Magazine Cinema
Non potevo mancare all’appuntamento annuale Woody Alliano, quindi sono andata speranzosa a vedere il suo ultimo film.
La città in questione questa volta è Parigi, luogo che amo e che adoro alla follia… modificando una citazione di Gertrude Stain direi che “ L’Italia è il mio paese, ma Parigi è la mia città”.
Gil ( Owen Wilson) sceneggiatore Hollywoodiano insoddisfatto e scrittore in erba è in vacanza a Parigi con la sua futura moglie Inez e con gli ingombranti genitori di lei.
Il protagonista è sempre stato affascinato dall’atmosfera parigina e ne viene totalmente risucchiato quando una sera a mezzanotte, mentre vaga nelle vie di Parigi, si fa dare un passaggio da una macchina che lo porterà magicamente negli anni 20’. Qui incontrerà personaggi di gran calibro come Hemingway, Gertrude Stain passando per i Fitzgerald, Cole Porter, Picasso, Dalì e molti altri.
La cosa che si sente in prima battuta in questo film è l’atmosfera che (ci)avvolge tutti i personaggi, l’insoddisfazione di Gil nella sua vita reale (piena di cliché e di superficialità) è soltanto un pretesto per portarci nella sua illusione più grande: gli anni 20’ a Parigi, dove ha lo possibilità di confrontarsi con i suoi miti letterari, di avere consigli per il suo libro e di scoprire con l’aiuto di Adriana (Marion Cottillard) che ognuno di noi ha una "golden Age" visto che il proprio presente non è soddisfacente.
Ci sono stati dei momenti più divertenti di altri e la scelta di Owen Wilson come alterego di Allen l’ho trovata molto azzeccata sia per le movenze che per il modo di esprimersi( sono riuscita a vederlo anche in originale;-D)
Lo sviluppo della trama a tratti risulta leggermente banale e scontato con forti riferimenti a film precedenti di Allen quali “Tutti dicono i love you” e “La rosa purpurea del Cairo”.
Forse per alcuni potrebbe risultare un po’ di “élite” visto che non tutti i riferimenti sui vari personaggi possono essere facili da comprendere, ma tutto sommato penso che sia uno dei suoi migliori lavori dopo la trilogia londinese.
In complessione un film riuscito senza troppo pretese, in attesa del suo prossimo lavoro in una location del tutto italiana come Roma e con tutti gli stereotipi dell’italianeità che ne conseguiranno.
Vi lascio il trailer :
http://www.youtube.com/watch?v=h4wqPvzfQQE
Alla prossima
Taty
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