A Serena, arrivata nell'ufficio del'intelligence sulla scia di due relazioni finite male, viene affidato un importante ruolo nell'operazione Miele, finalizzata al reclutamento occulto di scrittori da sfruttare come tramite per la divulgazione di idee antisovietiche. Fra loro c'è Tom Haley, un giovane professore che non aspetta altro che l'occasione per dedicarsi interamente alla letteratura e che seduce Serena con i suoi racconti, al punto che per lei separare lavoro e sentimenti non è più possibile. Ma Tom, per salvaguardare l'operazione Miele e, allo stesso tempo, per non rischiare che un palazzo di bugie crolli seppellendo la passione nata fra lui e Serena, deve rimanere all'oscuro del progetto dell MI5, eppure la doppia identità della giovane spia finirà per dargli una straordinaria occasione di grande letteratura.
Con la maestria narrativa che lo contraddistingue, Ian McEwan, di cui avevo già amato Espiazione, costruisce un racconto accattivante, che, malgrado qualche divagazione di troppo sulle missioni anti URSS e sulle operazioni contro il terrorismo irlandese, trattiene il lettore in una rete, lo invischia davvero nel miele che dà il titolo al libro.
Definire Miele una storia d'amore sarebbe riduttivo: semmai, è una storia sul potere di costruzione dell'amore e di tutti i sentimenti che ad esso si collegano e, allo stesso tempo, sulla potenza creatrice della letteratura, che spesso sa essere più esaustiva, chiara e affascinante della vita stessa.
Ero un romanziere senza un romanzo, e adesso la sorte aveva lanciato sulla mia strada un osso succulento, la nuda intelaiatura di una storia sfruttabile.C.M.