Sul treno ancora fermo in stazione una signora piuttosto anziana, con uno scialle beige drappeggiato sulle spalle e gli occhiali spessi, legge Miele di Ian McEwan, un po’ curva in avanti. Mentre legge segue le righe muovendo non solo gli occhi, ma tutta la testa. Come segnalibro usa un biglietto azzurro, forse quello di un teatro o di un cinema. Non stacca mai lo sguardo dalle pagine, mordicchiandosi il labbro inferiore e talvolta le unghie.
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