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Migliora i tuoi ritratti, posa dopo posa

Da Ragdoll @FotoComeFare

Se fai ritrattistica di qualsiasi tipo, probabilmente sei abituato al fatto che le persone quando non sono inquadrate fanno un certo sguardo, quando lo sono ne fanno un altro. È il dramma di essere un fotografo di ritratti.

Nel mio lavoro, molti dei ritratti più intensi e significativi li ho catturati nelle pause tra uno scatto e l’altro, durante una sessione fotografica. Sono quei momenti in cui il tuo soggetto è a suo agio, pienamente immerso nel suo elemento e sta pensando a qualcosa: è allora che le persone assumono le espressioni più interessanti.

Quindi: come fare a catturare queste espressioni per creare ritratti migliori?

Innanzitutto, è importante concedersi abbastanza tempo per realizzare una sessione di ritratti. Da’ al tuo soggetto il tempo di abituarsi a te e al modo in cui lavori.

Puoi prendere in considerazione molti diversi sfondi e idee e di solito, man mano che passa il tempo, i soggetti si rilassano e superano l’emozione e la rigidità iniziali. Quello sguardo da coniglio paralizzato di fronte ai fari spesso (ma non sempre) svanirà mentre si abituano al tuo stile di lavoro e capiscono cosa vuoi da loro.

È meglio evitare di sfoderare subito la tua idea migliore, perché la dovrebbero affrontare nel loro momento di maggiore disagio. Aspetta finché non sembreranno più a loro agio, immersi nella giusta mentalità.

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Soprattutto all’inizio, da’ loro indicazioni dirette.

Quando le persone fanno una sessione di ritratti si aspettano che tu dica loro cosa fare, anche se tu vorresti solo che si comportino in modo spontaneo. Comunica loro cosa stai facendo e spiega quello che vuoi che facciano.

In che modo vuoi che esprimano un’emozione? Come vuoi che mettano le mani? Com’è la loro postura? Dove dovrebbero posizionarsi?

Personalmente, preferisco coinvolgere il soggetto e lasciare che stia dove preferisca, interagendo in maniera naturale, ma spesso all’inizio chiedo alle persone di mettersi in posa, giusto per dare loro la sensazione che io sia un fotografo consapevole di quello che sta facendo. Poi, mentre si lasciano andare e si sentono più a proprio agio con la situazione, inizio a chiedere loro di posare nei modi che sentono più naturali per sè.

Il punto più importante è cercare di coinvolgere i soggetti e di farli interagire con te. Ovviamente ci sono degli scatti che vengono meglio se sono fatti in posa, ma in generale è meglio se riuscirai a coglierli in momenti particolari.

Quando provano un’emozione, o pensano a qualcosa di interessante, quella sensazione trasparirà attraverso la fotografia.

Cerca di parlare con i tuoi soggetti della loro vita, cerca di conoscerli. Fai loro domande e portali a riflettere introspettivamente. Spiega loro che tutto questo è parte del processo, in modo da non farli sentire a disagio o insicuri su cosa fare mentre parlano.

Questo è uno dei motivi per cui, a volte, intervisto le persone all’interno della loro sessione fotografica. Durante l’intervista, proprio quando hanno appena finito di parlare di una cosa interessante o che ha scatenato emozioni, li fermo e chiedo loro di mantenere quella posizione, e scatto la fotografia.

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A volte, con le persone devi persino arrivare a fingere. Di’ loro che stai solo facendo qualche scatto per testare la luce, e di approfittarne per rilassarsi un momento. In questa maniera ho realizzato alcune delle mie immagini migliori.

In una sessione di ritratti ci sono alti e bassi. A volte ti senti come un pugile, che ondeggia per schivare la grande massa di cose che ti arrivano dalle persone che stai fotografando. Altre volte ti fa sentire come uno psichiatra, che deve scavare per tirare fuori qualcosa dalle loro difese.

Se qualcuno inizia a sembrare gradualmente sempre più a disagio, non continuare a fotografare nella speranza che gli passi. Dagli un attimo di respiro, chiedendogli di spostarsi in un altro luogo o di prendersi una pausa. Assicurati che restino attenti e concentrati.

Ogni soggetto è diverso dagli altri e reagirà a te in modo diverso, ma la cosa cruciale è riuscire sempre a capire chi ti trovi di fronte.

Poi sarà importante avere i mezzi per cogliere l’attimo, quando ti si parerà di fronte, perché spesso i momenti migliori sono anche i più rapidi e fuggono via velocemente.

A proposito di momenti che scappano, se ti va puoi dare un’occhiata al mio nuovo e-book I fondamenti della street photography, perché, come la ritrattistica, anche la street photography si può imparare.


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