Il mese scorso avevamo discusso dei conti pubblici, ma oggi, prendendo “per buoni” i dati dpf presentati dal Ministro Tremonti, vediamo come si sono evoluti i conti nel 2010 (attenzione, perché possono esserci ampie differenze con i dati della Banca d’Italia che si sono utilizzati per i precedenti dati, che per il 2010 verranno pubblicati verso fine Maggio).
Elenchiamo le varie osservazioni per punti (i valori sono espressi in milioni di €).
- L’indebitamento netto (o deficit) è diminuito sia nominalmente (da 80.800 a 71.211) che in rapporto al Pil (da 5,3 al 4,6%).
- Le entrate da “imposte indirette” (Iva, Irap,…) sono in ripresa, registrando un aumento di 10 milioni rispetto al 2009, ritornando ai livelli del 2008. Importantissimo segnale, che è figlio sia di maggiori controlli fiscali e sia di una ripresa (non fortissima) dei consumi finali.
- Le prestazioni sociali in denaro sono ancora la voce preponderante per la spesa pubblica, rappresentando da sola il 38% del totale spese (298.200 €)
- La spesa per interessi in calo, ma non frutto di una diminuzione del debito, bensì di un calo dei rendimenti. Effetto che svanirà quest’anno visto i tassi in ascesa in tutta la zona EU. Facendo una stima e prevedendo una crescita media annua del debito pubblico del 3,10%, risulterebbe un debito pubblico vicino a 1.900.000 milioni di €, che per un costo medio del debito (4,1%) genererebbe quasi 77.900 milioni di € di spesa per interessi, contro i 70.100 spesi nel 2010: +7.700)
- I consumi intermedi delle Pa sono diminuite di 1,1 milioni di €, segno dei tagli imposti dalla finanziaria del ministro.
Dovendo esporre un piccolo commento, bisogna sicuramente segnalare una stabilità dei conti pubblici, che è stata garantita da delle buone finanziarie. Se togliamo l’effetto interessi, siamo vicini ad un avanzo primario, segno che l’equilibrio per ora non è sotto pressione. Ma se la via maestra è la riduzione del debito, ad ora servirebbe una manovra da 80.000 mil di €, o il 5% del Pil. Mica bruscolini…