Qualche settimana fa sul blog avevo parlato della delicata situazione che si stava generando al confine tra Grecia e Macedonia, dove il governo di Skopje aveva fatto costruire un muro di filo spinato per respingere la crescente pressione migratoria. In queste ore, come facilmente prevedibile, centinaia di migranti siriani ed iracheni hanno provato a forzare il valico di frontiera in segno di protesta contro il limite massimo di accessi giornalieri consentiti nel paese macedone.
I migranti sono riusciti a forzare la barriera metallica nei pressi della cittadina greca di Idomeni ed hanno occupato i binari della ferrovia in segno di protesta. Le forze dell'ordine hanno risposto sparando gas lacrimogeni e bombe assordanti. Il bilancio degli scontri è di 30 feriti, tra cui diversi bambini. I migranti resteranno sul confine fino a quando non verrà concesso loro il libero accesso al Paese.
La rotta balcanica chiuderà quando l' Austria avrà raggiunto la quota di 37.500 migranti, toccando il suo tetto massimo per il 2016. Il capo di Stato macedone Gjorge Ivanov in un'intervista all'edizione online del giornale tedesco Spiegel ha difeso la scelta delle restrizioni spiegando che " in tempi di crisi, ciascun Paese deve trovare le sue soluzioni ".
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