Destinare alle agenzie Onu e al Programma alimentare mondiale almeno un miliardo di euro per i rifugiati. Aumentare gli aiuti a Libano, Giordania e Turchia per gestire i campi profughi ospitati sul loro territorio e ai Paesi dei Balcani occidentali per affrontare i flussi di migranti. Rafforzare i controlli alle frontiere esterne della Ue, stanziando maggiori risorse per Frontex, Easo ed Europol. Aiutare gli Stati Ue di primo arrivo dei migranti, in modo da rendere operativi entro novembre gli hotspot per il riconoscimento dei richiedenti asilo. Queste alcune delle misure concordate ieri dal vertice informale dei capi di Stato e di governo Ue, durato oltre sei ore e dedicato alla crisi dei rifugiati.
(palermo.repubblica.it)
Migranti, dal vertice Ue: “Gli hotspot operativi entro novembre”. Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha spiegato che “l’attuale caos alle nostre frontiere esterne deve finire. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di recuperare il controllo dei nostri confini”. Anche perché, ha avvertito, “l’ondata più grande di migranti deve ancora arrivare” ed è “chiaro a tutti che non si può continuare con porte e finestre aperte”.
Il clima dell’incontro è stato costruttivo dopo le divisioni degli ultimi giorni. Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, si è detto “abbastanza soddisfatto” della riunione, che si è svolta “in un’atmosfera migliore rispetto al previsto”. Nel corso del vertice a Bruxelles diversi leader hanno criticato la Grecia e la gestione della sua frontiera con la Turchia, rotta da cui negli ultimi mesi sono passate decine di migliaia di migranti. In particolare il premier ungherese, Viktor Orban, ha sottolineato la necessità di un impegno comune europeo sul confine greco. E da parte sua Alexis Tsipras, fresco della nuova nomina a premier, si è difeso sostenendo che il peso dei controlli dovrebbe essere diviso fra tutti i partner Ue.
In particolare i leader Ue hanno deciso di destinare un miliardo di euro alla sola Turchia per gestire al meglio i propri campi profughi e aiutare i 2 milioni di siriani ospitati. Uno degli obiettivi concordati al vertice è di rafforzare il dialogo con Ankara, anche in vista della visita del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, alle istituzioni europee. Anche perché, ha ricordato Tusk, “ci sono 8 milioni di sfollati ancora in Siria, mentre circa 4 milioni sono fuggiti nei Paesi vicini della Siria. Dovremmo quindi parlare di milioni di potenziali profughi che cercano di raggiungere l’Europa solamente dalla Siria. Per non parlare di Iraq, Afghanistan ed Eritrea”.
E’ stata “una notte importante per l’opinione pubblica italiana” ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al termine del Consiglio Ue. Il premier ha spiegato che “ora tutti i Paesi hanno la possibilità di dare una mano. Non soltanto sugli hotspot, ma anche sulla redistribuzione” dei richiedenti asilo e “sulla necessità dei ritorni gestiti dalla Ue.Mi sembra un passo avanti molto significativo”, ha sottolineato. Renzi è intervenuto anche su Facebook. “Sono stati necessari sei mesi e tre vertici europei, ma con la decisione di stanotte possiamo finalmente dire che l’immigrazione diventa una questione europea, a tutti i livelli – ha scritto il premier – Nel documento finale appena licenziato, infatti, si dice chiaramente che hotspot, rimpatri e suddivisione equa dei rifugiati (attraverso la cosiddetta relocation) sono tre iniziative che si tengono insieme. Tutte e tre insieme. È una vittoria per chi come l’Italia dal primo giorno chiede una politica comune, non la miope ed egoista chiusura nazionalista. Ma è anche un vittoria per chi crede nell’Europa come casa di valori, comunità di destini, luogo di speranza”.
“Siamo a un punto di collaborazione sulla questione migranti mai toccato prima in Europa – ha sottolineato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intervenendo a Voci del Mattino, Radio1 Rai – Resta in noi il retrogusto amaro di pensare che la svolta sia giunta a seguito di quel bambino restituito dal mare e raccolto sulla spiaggia, oppure dei venti morti in un tir a Vienna. E’ un retrogusto forte ma adesso l’importante è essere arrivati al risultato: il regolamento di Dublino è saltato.Abbiamo visto riconosciuto un principio di condivisione che a lungo è stato sostenuto solo dall’Italia”.
All’indomani del vertice straordinario di Bruxelles sull’emergenza immigrazione, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha riferito in Parlamento sottolineando che la risposta alla crisi dei migranti rappresenta “un dovere nazionale, europeo e globale” e “il modo in cui l’affronteremo ridisegnerà il futuro del nostro continente”. (ADNKRONOS)