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Migranti. Della rovinosa deriva morale dell’Europa

Creato il 14 settembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
merkeldi Gigi Montonato. Bisogna assistere, vedere e sentire, per credere. L’Europa sta scivolando rovinosamente lungo la china dell’autonegazione, dell’autoflagellazione. In questo noi italiani ci distinguiamo come al solito per dabbenaggine e pigrizia mentale, per conformismo e masochismo da cupio dissolvi. E che in questo processo siano coinvolti i giornalisti non deve meravigliare più di tanto. Il giornalismo italiano, fatte pochissime eccezioni – viva Oriana Fallaci! – è sempre al seguito del potere e del pensiero dominante. Si interroghi la storia, se non si crede a chi parla.

Breve introduzione ad un fatto accaduto alcuni giorni fa.

Venerdì, 11 settembre, si concludeva a Otranto una quattro giorni di seminari per la formazione professionale organizzato dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, cui si  ha l’obbligo di partecipare per “regalo” dell’ex ministro di giustizia Severino. Sembrava la giornata più felice e interessante. Il tema era “Mass media e l’Islam: giornalisti a confronto”. Relatori di prim’ordine: Giovanni Maria Vian, direttore de “L’Osservatore Romano”; Amedeo Ricucci, Rai TG1; Zouhir Louassini, Rainews; Alfredo Macchi, Mediaset-TgCom24; Michele Sasso de “L’Espresso”. Moderatore di questa, come delle tre precedenti giornate, Tommaso Polidoro, presidente del Gruppo Romano Uffici Stampa per la Formazione. In sala numerosi giornalisti locali e nazionali, noti e meno noti.

Vian riferiva su “Religioni del Libro, il dialogo è possibile?”. Intervento breve, ma dal taglio scientifico, accademico. Tra le religioni del libro non si può comprendere il cristianesimo; esse sono ebraismo e islamismo. La voce di Dio per i cristiani è quella di Gesù Cristo. Concludeva che tra le religioni non ci può essere che il dialogo. Bravo: chiaro e conciso!

Ma era l’intervento di Zouhir Louassini, un giornalista marocchino che collabora con “L’Osservatore Romano”, sul tema “Non in mio nome: media, pregiudizi e double standard sull’Islam”, che sconcertava l’uditorio con una serie di affermazioni-negazioni, tra il tentativo di sdrammatizzare e quello di minimizzare la consistenza e il pericolo dell’Isis, fino alla negazione della sua esistenza, che sarebbe un’invenzione americana, affermazione poi negata, e proiezione finale di un video in cui si faceva la parodia dell’esecuzione dell’ingegnere aeronautico britannico David Cawthorne Haines, sgozzato nel deserto siriano il 13 settembre 2014, con il chiaro intento di far ridere l’uditorio, come a far passare il messaggio che quanto sta accadendo in Iraq, in Siria e in Libia da parte delle truppe del Califfato non è da prendere sul serio.

Interessante l’intervento di Ricucci su “Terrorismo, multiculturalismo: se l’Islam mette in crisi la società americana”, orientato a non confondere tra realtà e propaganda per non alimentare il “mercato della paura”. Invito ricevibile.

Su esperienze giornalistiche personali l’intervento di Michele Sasso “Mass media e deontologia del giornalista”. Testimonianza esemplare.

Al termine delle relazioni – Macchi sarebbe arrivato dopo – il moderatore invitava il pubblico, composto tutto da giornalisti, a fare domande.

Non potevo non evidenziare lo sconcerto per il fatto che di fronte al “mercato della paura”, di cui aveva parlato Ricucci, non si poteva rispondere col mercato della banalità, come aveva dimostrato con la sua relazione e il suo video-parodia il Louassini. Ma le mie parole ebbero un effetto tarantolante. Louassini negò subito di aver detto che l’Isis non esiste e che è un’invenzione americana, mi accusò di essere il “solito rompi…” mandato apposta per dare fastidio. Nella bagarre finì anche per essere coinvolto Vian, che io avevo escluso dagli interventi politici, per la scientificità della sua relazione e che evidentemente aveva capito altro per la concitazione e la sovrapposizione di voci. Louassini difese la sua posizione, che, a suo dire, era finalizzata a non esasperare lo scontro di civiltà e di religione. Bravo solo per le intenzioni!

L’interruzione del dibattito – di fatto finì lì – per partecipare ad una cerimonia nel Castello Aragonese che vedeva protagonisti i Consoli pugliesi, Ufficiali della Marina Militare e Amministratori otrantini, fu provvidenziale per recuperare la calma. Il dibattito riprese con altri toni dopo la relazione di Macchi, nel frattempo arrivato.

Lo sconcerto della relazione di Louassini e della proiezione del suo video, però, è niente in confronto al fatto che nessuno – dico nessuno – ebbe a dire alcunché sul gravissimo episodio del video-parodia. Una cosa di cattivissimo gusto, ove si pensi alle tante vittime sgozzate dai cosiddetti combattenti dell’Isis.

Mentre l’Europa viene invasa da milioni – ormai queste sono le dimensioni – di islamici, che sarebbero i buoni, gli islamici cattivi o “inesistenti” stanno facendo terra bruciata in Medio Oriente di uomini e di cose. Quanto meno qualcuno, anche tra i relatori, sarebbe dovuto intervenire per condannare una tesi che, se pure con finalità nobili: impedire l’esasperazione dello scontro e favorire il dialogo, in sé è ignobile. Ma peggio ancora avevano fatto gli organizzatori dei seminari, che non avevano valutato preventivamente l’opportunità di proiettare un video che è un’offesa terribile alle vittime dei boia dell’Isis, ai loro parenti e a tutti i cittadini del mondo che si riconoscono nella civiltà dell’incontro e della convivenza sulla base di fatti concreti e non di utopie, più o meno calcolate.


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