Magazine Diario personale
T’hanno trovato dietro la tua ombra, il sole del tramonto alle tue spalle, per questo fu possibile la tua sconfitta. Se il sole è sul tuo petto, piedi e testa dorati, gli uomini non ti vincono, gli dèi né gli elementi. Caduto, ormai, guardi senz’occhi, odi senza orecchie, senti senza tatto, parli senza lingua, condannato al silenzio, senz’altro grido che il sangue nelle ferite. Quali erbe sostengono così dal profondo il tuo respiro di tino e d’acqua dolce? Estrai il tuo mattino dalla cenere e lo rivolti tra penne d’uccelli gelidi che gorgheggiano in attesa che tu rida. Non la smorfia. Il riso. L’ahimè perduto riso dei tuoi bei denti. Il sole tornerà alla tua gola, alla tua fronte, al tuo petto, prima che annotti definitivamente sulla tua razza, sui tuoi villaggi, e che umani saranno il grido, il salto, il sogno, l’amore, la fame. Oggi tu e domani un altro come te continuerà ad attendere. Non v‘è fretta né bisogno. Gli uomini non finiscono. Qui era una valle, ora si leva un monte. Là era un monte, ora c‘è un abisso. Il mare pietrificato si trasformò in montagna e i lampi si cristallizzarono in laghi. Sopravvivere a tutti i mutamenti è il tuo destino. Non v‘è fretta né bisogno. Gli uomini non finiscono.