Mike Deodato Jr.
Lo avrete ormai capito, sono un fanatico di quelle storie che si nascondono tra le pagine della Storia (e delle storie a fumetti). Piccoli aneddoti, alle volte ininfluenti, che raccontano tantissimo del passato (e del presente) di autori, storie e personaggi. Per questo motivo, forse, ho trovato davvero molto interessante il racconto fatto da Mike Deodato Jr. riguardo il suo debutto sul mercato americano (Deodato Jr. è brasiliano) e le difficoltà incontrate prima di ottenere il primo incarico (ottenuto poi, non senza fatica, con i Continuity Studios di Neal Adams). A fargli da agente, mentore, guida e amico fu David Campiti (scrittore di fumetti, talent scout e fondatore della Innovation Publishing) che, come racconta Deodato Jr., lo introdusse al comicdom statunitense e l'aiutò a trovare il primo incarico professionale, aiutandolo soprattutto a non scoraggiarsi dopo le prime, brusche, bocciature.
"David Campiti mi portò alla Marvel. Mi bocciarono senza pietà! "Siamo interessati esclusivamente ad artisti di fama" disse Tom DeFalco. Carl Potts gli diede man forte. Allora ci recammo presso gli uffici della DC Comics, fui scartato anche da loro. Campiti, allora, mostrò le mie cose alla Continuity, dove Neal Adams profferì una frase destinata a diventare famosa: "Deodato è un grande artista, ma non sarà mai un disegnatore di Supereroi". Mi si spezzò il cuore - uno dei miei miti, una leggenda e... BOOM! Più tardi, in albergo, ricordo che ero molto arrabbiato e mi chiedevo, "Ma che cosa vogliono?". Fu allora che Campiti mi tranquillizzò, dicendomi: "non ti preoccupare. Neal è semplicemente Neal. Nessuno vuole essere il primo a darti un lavoro. Tutti vogliono essere i secondi."
La copertina di
The Marvel Art of
Mike Deodato Jr.
da cui è tratta questa testimonianza
Ma poi mi rassicurò ripetendomi che il mio lavoro era molto buono, ma che risultava un po' rigido perché ricorrevo all'utilizzo di fotografie. Fu così che ci recammo in una fumetteria e comprammo un bel po' di fumetti della Image Comics. Ricordo che ridevo mentre esclamavo: "Questo lo posso fare!". Non avevo ancora davvero realizzato che la colorazione era realizzata al computer. Sviluppai una sintesi di stili che mescolavano un po' di Neal Adams, un po' di Jim Lee, un po' di Marc Silvestri e un po' di quello che mi rappresentava. Realizzai un po' di tavole di prova nelle quali realizzai le matite, poi inchiostrai e colorai rifacendomi alle tavole originali. Campiti spedì queste prove alla Continuity e Neal Adams disse: "Mi sbagliavo, è assunto." Dopo di ciò, Neal fu fantastico - mi diede un sacco di buoni consigli e feedback riguardo il mio stile e le anatomie, mi consegnò fotocopie dei suoi vecchi lavori e tutto quel genere di cose che mi hanno permesso di migli
orare e che ancora mi influenzano oggi".
Samuree
il personaggio che ha tenuto a battesimo
Mike Deodato Jr.