Watt continua la sua carriera di bassista creando musica in onore di D. Boon.
Il musicista ha poi dato vita ai fIREHOSE e ha collaborato con molte band indipendenti, come i Sonic Youth ed essere dal 2003 il bassista di Iggy Pop and the Stooges.
Oggi, grazie alla non etichetta stella*nera di Marco Pandin, esce un libro secondo me importante per conoscere e approfondiere l’opera di Mike Watt. Il libro è curato da Hector Valmassoi con particolare cura e amore verso la musica del bassista americano. L’aspetto degno di nota è che Hector ha affrontato i testi degli album battezzati come Le Tre Opere, che hanno segnato l’autore e fatto riflettere Mike Watt sulla vita e sulle persone che l’hanno accompagnato. Il libro contiene le traduzioni in italiano con testo originale a fronte degli album Contempling the engine room, The secondman’s middle stand e Hyphenated-man, pubblicati fra il 1997 ed il 2010. In appendice al volume vi sono ventotto poesie di Mike Watt apparse solo sul sito ufficiale del musicista.
Hector ha tradotto i testi di Watt, consultandosi con il musicista stesso, riuscendo a farci partecipi dell’essenza e del loro significato. In Contempling the engine room il musicista riesce ad immaginare una sorta di parallelo fra la vita da marinaio di suo padre e le vicende del gruppo dei Minutemen. Nell’album The secondman’s middle stand invece i testi diventano più personali, perché legati ad un periodo di lunga malattia, sofferto dal musicista. Watt si è ispirato ad alcune letture come la Divina Commedia di Dante, in cui la fase acuta dalla malattia è rappresentata come una discesa agli inferi, la risalita verso il Purgatorio diviene la convalescenza e giungere finalmente al Paradiso della guarigione.
L’album successivo Hyphenated-man invece ha come fonte d’ispirazione il pittore fiammingo Hieronymus Bosch e il suo immaginario di figure metaumane, intrappolate tra due dimensioni, tra l’uomo e l’animale, tra il soggetto e l’oggetto, fusi con nature altrimenti diverse da loro. Tutto questo brulicare di vite alchemiche e metafisiche serve a comprendere il “perché gli uomini diventano uomini“.
Devo riconoscere che finalmente ho trovato un libro che mi ha invogliato ed aiutato ad approfondire i dischi di Mike Watt, perché non va dimenticato che i testi sono parte integrante delle canzoni, infatti ormai capita raramente di incontrare uscite editoriali come questa.
Il libro è curato in modo intelligente, grazie ad una grafica semplice e di qualità, pensata per concentrarsi sulla lettura dei testi e delle poesie.
Promesso che ci ritornerò qui sul blog.
Riferimenti:
- Sito ufficiale di Mike Watt.
- Il libro, 160 pagine belle piene, non è distribuito commercialmente, si può richiedere a Dethector oppure a stella*nera in cambio di un’offerta libera/consapevole.
- La discografia ragionata di Mike Watt (gruppi, solista, collaborazioni e contributi) e dei Minutemen la si può trovare sempre su Dethector.
Un grazie speciale per Alberto Corradi e Marco Pandin.