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Milan 2011: dove dobbiamo migliorare da qui a maggio

Creato il 02 marzo 2011 da Gianclint

-Non accontentarsi: affinare le armi a nostra disposizione-

Il Milan piace, il Milan non piace. Il Milan è primo in classifica, ma non convince fino in fondo critica e scettici (a volte per partito preso). La squadra esprime solo in parte il suo potenziale in termini di gioco e, quando in difficoltà fisica nel suo elemento di maggior qualità, pure in risolutezza. Squadra nascente o fuoco di paglia?: le due posizioni non rispondono ai dubbi che pone un Milan come quello di quest’anno, in bilico fra passato e futuro.

Milan 2011: dove dobbiamo migliorare da qui a maggio

Più coraggio: la preparazione e la gestione della gara contro il Napoli andrà presa a modello anche per il futuro

Il risultato finale concederà “di avere un domani” a questo nuovo corso calcistico ma, se da una parte è capzioso attribuire all’allenatore demeriti non ascrivibili a lui, dall’altra sarebbe superficiale pensare che non si possa migliorare già a partire dalle prossime partite che presenteranno di certo delle difficoltà maggiori rispetto a quelle che, da inizio 2011, hanno portato a vedere un Milan in difficoltà in alcuni aspetti del gioco e della “risoluzione” delle gare.

Dopo la ripresa degli allenamenti di una settimana fa, nei reportage da Milanello vediamo comparire “la palla” dove da tempo non accadeva: al centro delle sedute di allenamento. Fatto importante, decisivo: si allena l’humus fisico costruito fin qua tramite il ricreare in allenamento la situazione agonistica reale; l’attenzione è volta a “riprodurre” il “momento tecnico e calcistico”, non più a costruire solo la base atletica per affontarlo.

Migliorare: (ri)partiamo per un attimo dal gol preso a Verona. Correttamente è stato indicato il giocatore Merkel come responsabile principale del gol Clivense a causa di una diagonale -frapporsi tra palla e avversario-, non eseguita in modo corretto. Chiamato a svolgere un compito ben preciso per Il Milan Night, devo dire che il gol subito a Verona prende le mosse “a monte”.

Milan 2011: dove dobbiamo migliorare da qui a maggio

La partecipazione del trequartista alla fase difensiva nel 4.3.1.2. è fondamentale: non si deve mai lasciare a cuor leggero la superiorità numerica a centrocampo.

Stiamo parlando di un cosiddetto gol “di strutturazione”: aiutandoci con la raffigurazione che “fissa” il possesso a 3/4 e il nostro primo adeguamento difensivo, noteremo almeno due aspetti: una superiorità numerica determinata dal fatto che il trequartista non aiuta il centrocampo (8  Constant libero), l’atteggiamento sbagliato nell’interpretare la marcatura a zona di Merkel che ne determina il ritardo nel chiudere su Fernandes (7) -… ed una tenerezza eccessiva da parte di un giocatore come Van Bommel sulla trequarti-.

Questo il primo aspetto che, poggiando su uno stato di forma dove la brillantezza possa bilanciarsi meglio con il fondo atletico, possiamo migliorare: la partecipazione di quanti più elementi alle due fasi. Per quel poco che conta il mio parere, la migliore arma offensiva -e ancor di più se osserviamo le caratteristiche delle nostre punte-, scaturisce da un efficace posizionamento difensivo, dove per efficace non intendo “il solo” creare difficoltà o rompere il gioco offensivo avversario, ma iniziare da lì a creare i presupposti per tornare ad offendere.

“Muoversi assieme”… facile a dirsi: il campo “va ristretto” rispetto alle ultime uscite e si può fare anche ad una maniera differente che quella del Barcellona -lo abbiamo osservato contro il Napoli-. Il Milan potrà diventare in futuro un esempio differente da quello Catalano, non per questo di rango inferiore. Bisogna però iniziare a riprenderne le basi che, per vari motivi (primi gli infortuni), si sono lasciate a metà sul finire del 2010.

La mancanza di un giocatore che giochi la profondità come Pirlo, costringe a giocare sulle punte “un solo tipo di palla”, aspetto che può e deve essere surrogato in altro modo: il ritorno di Boateng, le qualità tecniche di Merkel, la riscoperta di Van Bommel contro il Napoli come metodista a tutto tondo -capace di far girare palla su un asse di 30/40m.-, dovranno dimostrarsi sul campo efficaci non solo per impatto di forza o freschezza, ma come risorsa tecnica -quindi di gioco-, in campo; nuovi impulsi ad una squadra che, in mancanza di gioco qualitativo a centrocampo, è di fatto costretta alla triangolazione offensiva sulla trequarti avversaria fino ad esasperarne la ricerca, tanto per finire col risultare… leziosa.

Non schierare mezze figure determinerà punti fondamentali, se mai il loro grado di coinvolgimento e reazione positiva all’opportunità di giocare conferirà un aiuto in più alla “causa comune”. A questo punto della stagione, spetta al singolo giocatore dover dimostrare qualcosa al tecnico, non viceversa a questo dimostrare “una falsa disponibilità” .  Al contrario si parlerebbe di una figura fantasiosa, priva di ogni specializzazione professionale, oltreché tecnica e umanamente matura.

“Il coraggio” che è mancato ad Allegri in alcune situazioni, lo misuro in una mancata “sensibilità” verso un nuovo mondo calcistico che sta conoscendo: si chiede UN risultato e ad oggi i fatti lo premiano. Un miglioramento in alcuni singoli nel contesto di squadra ricercato: la superiore organicità dimostrata in campo finora rispetto a tutte le avversarie potrebbe non essere sufficiente per centrare il bersaglio finale. Milan-Napoli un punto di partenza.

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