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Milan 2011: guardiamo in faccia le nostre rivali

Creato il 22 febbraio 2011 da Gianclint

Milan 2011: guardiamo in faccia le nostre rivali

foto Flickr

–Il mese della svolta-

Napoli ed Inter: queste le due squadre con cui si aprirà e chiuderà il nostro prossimo mese agonistico. Il Milan in vetta dovrà usare né le armi di una né quelle dell’altra: trovarsi primi in classifica comporta una gestione delle gare del tutto differente da quella delle inseguitrici.

Il calendario (Napoli, Juventus, Bari, Palermo, Inter), dovrà essere affrontato un gradino alla volta, a mente sgombra: con la calma di chi è conscio di quel che sta facendo, con la consapevolezza dei propri mezzi… e ne parleremo mercoledì prossimo.

Alla fine vincerà la squadra più forte, come sempre.

Milan 2011: guardiamo in faccia le nostre rivali

Mister Mazzarri sprona i suoi da bordo-campo: la sua carica alimenta tutta la squadra.

Napoli: il Vesuvio ha trovato con chi parlare da pari a pari, Mazzarri:  ”Mister Dinamite”, dalla Pistoiese, ai 50 punti fatti con la Reggina penalizzata (e salvata), l’impatto sulla squadra azzurra lo possiamo trovare leggendo il numero di gol segnati da Cavani. Un sogno rispetto alla versione di appena un anno fa a Palermo: questione di pochi metri, di meno sacrificio richiesto a lui e di più ad altri (Hamsik e Lavezzi) che hanno assecondato la situazione per il bene della squadra.

Se mi venisse chiesto “qual è il giocatore simbolo di questo Napoli?”, non avrei dubbi: Aronica. “Sei matto?”, ci sta, ma con “simbolo” intendo qui il giocatore che più ha beneficiato del suo allenatore e, di conseguenza, tutto il reparto difensivo, ritenuto dai più l’anello debole della squadra; non è diventato un “faro difensivo”, il nostro, ma fino a pochi mesi fa era lui “l’uomo da attaccare” nella tre dei Partenopei e, laddove prima era scomposto, adesso è diventato efficace.

Ma è possibile?, a Napoli, città maestra di cabale e scaramanzia, immagino possa piacere sentir usato il termine “magia”… il Napoli forse è quello davvero, forse è un equilibrio invisibile su cui si poggia tutta la squadra, e Mazzarri forse l’ha capito ed è per questo che tiene fermo un ottimo elemento come Ruiz.

Il Napoli, ritrovando il mio personale “materialismo calcistico”, non è magia, però: è il lavoro di Hamsik che dalla sua “mezza posizione” disturba in maniera continua e quasi brucia lo scintillio del suo rendimento per la squadra; è Lavezzi che si scopre più maturo, parla meno in campo,  risparmia fiato e si ricorda che la tecnica è utile se sa tradursi in concretezza. Il Napoli sarà anche “solo” il suo tridente offensivo, ma se dovessero rendersene conto anche loro, e rompere “la magia”, se dovessero osare in trasferta come osano in casa, inizieranno i guai anche per Mister Mazzarri.

Punti più“: il condizionamento di Mazzarri, l’entusiasmo ritrovato dei tifosi, Cavani goleador, il sacrificio di tutto l’undici.

Calendario: Milan, Brescia, Parma, Cagliari, Lazio.

Milan 2011: guardiamo in faccia le nostre rivali

Mister Leonardo alla guida dell'Inter: l'idea del suo calcio offensivo per esaltare le doti dei campioni nerazzurri.

Inter: la Beneamata è il suo allenatore in questo momento. Mister Leonardo le ha portato in dote pregi e difetti (oltre il pizzicotto nei nostri confronti); un film già visto, per noi, finito male per tutt’e due le parti in causa. Il merito maggiore di Leonardo?, quello di essersi fatto accettare da uno spogliatoio bizzoso, irreggimentato e che ha imparato a trarre la forza per stare in campo sul filo del nervo scoperto. L’Inter è in questo momento la squadra più agonistica della A, contrariamente allo stesso medesimo undici che, nelle mani di Benitez, si era smarrito di fronte alla richiesta di ricercare una coralità in campo del tecnico.

Leonardo non s’è inventato nulla: ha riposizionato “il fuoco” dal collettivo al singolo; stimolando l’orgoglio del giocatore in se e per sé, declinando il gioco della squadra di conseguenza. Il concetto base di calcio che l’anno scorso muoveva la variante di 4.2.3.1. del Milan è rimasto il medesimo: è nella dilatazione degli spazi in campo che la maggior tecnica a disposizione deve esaltarsi; nell’agonismo della rosa a disposizione la squadra, trova poi il suo equilibrio e la sua ragione tattica.

Fondamentali i rientri di Stankovic e Samuel per puntellare gli umori di attacco alle prese con qualche acciacco e di una difesa che difficilmente potrà poggiare su Ranocchia; l’Inter ritrova in Maicon il regista sperato per dare ossigeno ad un centrocampo alla “frutta”. Con un Milito tornato ai suoi standard fisici e tecnici abituali -dove “l’abitudine” è determinata dal numero di anni giocati ad alto livello: 1-, e se Pazzini non vale più di Borriello, è con l’anemia di Sneijder che l’Inter dovrà misurare se stessa per avvicinarsi al Derby.

Conosciamo l’Inter a livello tattico e di accezione calcistica per esperienza diretta, e per “riflusso” della passata stagione; sappiamo che durerà il tempo che DOVRA’ durare: la Beneamata resterà sempre la Beneamata, che sembra tanta anche quando è poca roba: in passato in fondo, le è bastato anche meno per vincere.

Punti più“: l’effetto Leonardo, il rientro di Samuel, Maicon “ritrovato”, Pazzini che “vede la porta più grande”.

Calendario: Sampdoria, Genoa, Brescia, Lecce, Milan.

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