E' festa Udinese al Barbera: valanga di goal al Palermo
Una giornata da ricordare la ventisettesima di campionato, spezzatino per i critici del calcio padroneggiato dalla pay per view, goliardico e clamoroso per quanto offerto in questi tre giorni alquanto lavorativi per giocatori, allenatori e qualche presidente vulcanico, retorico in certi discorsi ormai vecchi e sempre all'ordine del giorno.
Juventus-Bologna 0-2: Di Vaio mattatore
Se la Juventus doveva dare delle risposte ai propri tifosi le ha date su tutti i fronti: Di Vaio accentua la crisi della vecchia signora e regala tre punti preziosi in chiave salvezza al suo Bologna, unito e carismatico a Torino, complice anche la forza attuale dei padroni di casa, irriconoscibili da qualche mese a questa parte. O forse da 5 anni. Fallimento il duo Marotta-Delneri? Troppo presto per dare sentenze, ma i tifosi bianconeri non ci stanno a vivere un ulteriore anno di transizione: non è da Juventus, troppo nobile e dal passato sempre vittorioso per essere una provinciale di lusso e questo a Torino l'hanno capito da un pezzo. Così male solo nella stagione 1998-99, quando al termine di un Juventus-Parma 2-4 Marcello Lippi rassegnò le dimissioni da allenatore bianconero e Carlo Ancelotti prese il suo posto, avviandosi verso un deludente settimo posto finale in classifica. Campagna acquisti sbagliata? E' evidente che la crisi è radicata nelle fondamenta della struttura viste le analogie della scorsa stagione nonostante la rivoluzione a livello dirigenziale e di giocatori. Una stagione nata all’insegna della fiducia e che sta finendo in un mare ancora più profondo di quello navigato dalla coppia Ferrara-Zaccheroni.Domenica da dimenticare per Delio Rossi
Se a Torino si piange, è certo che a Palermo non ridono tifosi e Zamparini: il Palermo si lascia alle spalle il ciclo di un anno e mezzo targato Delio Rossi, culminato con una clamorosa e sonora sconfitta, domenica scorsa, contro l’Udinese, al Barbera. Difficile digerire 7 goal, per giunta in casa, in quella che è attualmente la peggior sconfitta in assoluto nella storia rosanero; Zamparini trova così l'alibi perfetto per dare una scossa forte all'ambiente, o meglio per poter liberarsi dell'allenatore che, al di là della prestazione di domenica, è riuscito a portare in zona europa il Palermo a 8 punti dal quarto posto. La scelta cade su Serse Cosmi. Idee tattiche decisamente opposte, quelle di Rossi e dell’uomo del fiume: il mister romagnolo era solito giocare con il 4-3-2-1, mentre Cosmi utilizza il 3-5-2, che senza palla diventa 5-3-2. Comportamenti diversi. Il primo è più razionale e misurato con le parole; il secondo più istintivo, impulsivo e dotato di grande temperamento. Un forte in bocca al lupo a Cosmi che avrà il difficile compito di portare serentà nello spogliatoio rosanero.Ghezzal firma il pareggio del Bari contro la Viola
Nulla da fare per l'aeroplanino Montella, alla seconda sulla panchina della Roma: i giallorossi stentano in casa contro il Parma che rischia il colpaccio nel finale di partita: 2-2 il risultato finale; capitola invece la Lazio a Cagliari: un'autorete sfortunata di Dias regala i tre punti alla squadra di Donadoni, salvezza quasi raggiunta. Un punto per la faccia, o forse per mettere voce in capitolo lì in basso. Fatto sta che il Bari blocca davanti al proprio pubblico una Fiorentina sempre più anonima in questo campionato; a Brescia 2-2 la sfida salvezza tra i padroni di casa e il Lecce di De Canio: 1 punto a testa che serve più agli ospiti che alle Rondinelle sempre più in difficoltà. 3 punti fondamentali in chiave salvezza per Catania e Cesena: al Massimino il Genoa ha da recriminare per delle scelte sommarie da parte del direttore di gara Giannoccaro, la squadra di Simeone vince così tra le polemiche, mentre il Cesena fa il colpaccio a Verona contro un Chievo inesistente. Nel posticipo domenicale l'Inter batte la Sampdoria e vola al secondo posto in classifica, mettendo ulteriormente in discussione la panchina di Di Carlo.Pato firma il terzo goal del Milan ai danni del Napoli
Il match clou della giornata va in scena al Meazza nel Monday Night tra Milan e Napoli. Sfida scudetto, determinante o meno, decisiva sul piano psicologico o solo una partita come le altre. Fate voi. Il responso è perentorio: il Milan travolge il Napoli 3-0 e si mantiene a +5 dai cugini nerazzurri. I primi 45 minuti sono a dir poco brutti. Poche emozioni, pochi lampi, tanti errori. Il Napoli ci prova una sola volta con Hamsik, ma il potente destro dalla distanza dello slovacco al si perde sul fondo alla destra di Abbiati. Il Milan cerca maggiormente di fare la partita, ma i rossoneri sono confusionari e sbagliano spesso e volentieri l’ultimo passaggio. Qualche fallo di troppo e accenni di nervosismo, ma pochissimo gioco e spettacolo. Nella ripresa i rossoneri partono subito forte, sugli sviluppi di un corner Van Bommel incrocia alla grande al volo, ma De Sanctis è bravo a deviare in angolo. Sull’azione successiva, cross di Gattuso, mischia in area e tocco di mano involontario di Aronica ad anticipare Pato. Prima però c’è una spinta di Ibrahimovic su Cannavaro, forse il braccio del centrale di Messina impatta la palla dopo che Pato la colpisce di testa. Fatto sta che Rocchi vede rigore assai discutibile e a nulla valgono le proteste degli azzurri e di Mazzarri. Dal dischetto Ibrahimovic batte De Sanctis: è 1-0. Il Napoli è incapace di reagire, il solo De Sanctis prova a salvare quanto possibile il tutto, ma Boateg e Pato, fantastico destro a giro del brasiliano, stendono il Napoli per il 3-0 finale. Un rigore che ha cambiato forse il destino del match, ma gli uomini di Mazzarri, sottotono e stanchi, non posso recriminare per quell'episodio: è una vittoria meritata per i rossoneri, ma lo Scudetto è ancora tutto da giocare.Andrea Cardinale