Pensa alla neve. Pensa al Natale, alle feste di fine anno. Pensa alla fine del secolo, alle luci a gas che vengono lentamente accese nel cuore di Milano. Pensa alle carrozze che schizzano di fango i passanti infreddoliti. Pensa ai caffè, ai bottegai indaffarati a vendere a chi può permettersi di acquistare. E pensa ad una Milano ben diversa da quella di oggi, alle sue periferie, agli omnibus stipati, alle prime rotaie che segnano le strade, alle fabbriche e al verde, ai campi. Accidenti al tempo ce n’erano davvero tanti di campi. Vedevi la pianura, tra il Po e le Alpi.
Sta finendo un secolo, ma sta nascendo una squadra che farà la storia del calcio italiano e mondiale.
È il dicembre del 1899 quando Herbert Kilpin riesce nel suo intento di fondare una società di calcio a Milano, con il dichiarato intento di sconfiggere i compatrioti del Genoa. Personaggio affatto di secondo piano, questo Kilpin. Lui c’è sempre quando il football in Italia prende strade importanti. C’è nelle partite che si giocano a Torino e Genova, c’è nei primi campionati. E c’è quel giorno di dicembre del 1899 quando con un gruppo di amici inglesi ed italiani fonda una squadra per giocare al football e al cricket. Poco più di una comparsa nel suo paese, dove non giocò mai in prima divisione, fu figura di spicco nel nostro football: le proporzioni tra i due movimenti dell’epoca sono queste. Già nei suoi ultimi anni torinesi aveva avuto la voglia di fondare una sua squadra, ma solo a Milano arriverà a farlo. Il nome della squadra – ma c’è bisogno di sottolinearlo? – è in inglese, Milan. E poiché nelle intenzioni c’era di praticare sia il football che il cricket, ecco che il nome completo fu Milan Cricket and Football Club, ma ben presto il cricket venne abbandonato, soppiantato nei gusti dei soci e nell’interesse degli spettatori dal fascino nuovo del football.
Il primo presidente è il vice console britannico Edwards; prima sede la Fiaschetteria Toscana di via Berchet. Pochi giorni e la nuova squadra ha anche un campo di gioco, il Trotter, un’area senza recinzione in Piazza Doria, dove poi sorgerà la stazione centrale. Lo stesso Kilpin racconta che durante una delle prime partite disputate al Trotter, contro il Genoa, assistettero circa 500 persone, sotto il diluvio. Poi sarebbero venuti i campi di gioco dell’Acquabella (nel 1903) e il campo dei primi trionfi, in via Fratelli Bronzetti, con la sua tribuna da 600 posti inaugurata nel febbraio del 1906.
Il Milan di Kilpin nel 1901 riuscirà a spezzare per la prima volta l’egemonia del Genoa – sconfiggendolo 1-0 in finale – conquistando così il suo primo campionato e mantenendo così fede alla minacciosa promessa fatta agli amici del Genoa di cui abbiamo detto prima.
Kilpin, infine, si inventò anche qualcos’altro per la sua nuova squadra, sai Frankie? Disegnò lui stesso la prima divisa del Milan: camicia a righe rosse e nere con colletto e sulla sinistra lo stemma di Milano, croce rossa in campo bianco; calzoni bianchi, calzettoni rossi e cappello a righe rosse e nere.
Per dirla come più o meno l’avrà detta lui: rosse come il diavolo, nere come la paura.