Magazine Diario personale
“Per lo scultore antico e per il pittore delle epoche successive un volto bello era concepibile soltanto nella sua immobilità. I volti perdevano la loro immobilità, le bocche si aprivano, solo quando il pittore voleva cogliere il male. Sia il male del dolore: i volti delle donne chine sul cadavere di Gesù; la bocca aperta della madre nella Strage degli innocenti di Poussin. Sia il male del vizio: Adamo ed Eva di Holbein. Eva ha il volto gonfio, e la bocca semiaperta lascia vedere i denti che hanno appena morso la mela. Adamo accanto a lei è ancora l’uomo prima del peccato: è bello, ha il volto calmo e la bocca chiusa. Su un quadro del Correggio dal titolo Allegoria dei vizi tutti sorridono! Per esprimere il vizio il pittore ha dovuto smuovere la calma innocente del volto, aprire le bocche, deformare i tratti con il sorriso. […] Soltanto con gli olandesi il riso diventa innocente: Il buffone o La zingara di Hals. Perché i pittori olandesi dei quadri di genere sono i primi fotografi; i volti che dipingono sono al di là della bruttezza e della bellezza. […] Ma come spiegare che i grandi pittori avevano escluso il riso dal regno della bellezza? Rubens si dice: senza dubbio il volto è bello perché in esso è evidente la presenza del pensiero; mentre nell’attimo in cui ride l’uomo non pensa. Ma è vero? O forse il riso è il lampo dell’idea che ha appena compreso il comico? No, si dice Rubens: nell’istante in cui comprende il comico l’uomo non ride; il riso segue subito dopo, come una reazione fisica, come una contrazione, in cui non c’è più alcun pensiero. Il riso è una contrazione del volto e nella contrazione l’uomo non ha il dominio di sé, è dominato da qualcosa che non è la né la volontà né la ragione. E questo è il motivo per cui lo scultore antico non raffigurava il riso. L’uomo che non ha il dominio di sé (l’uomo al di fuori della ragione, al di fuori della volontà) non può essere considerato bello. Se la nostra epoca, contrariamente allo spirito dei grandi pittori, ha fatto del riso la forma privilegiata del volto umano, significa che l’assenza di volontà e di ragione è diventata lo stato ideale dell’uomo. Si potrebbe obiettare che la contrazione mostrataci dai ritratti è simulata, e dunque razionale e volontaria: Kennedy che ride davanti all’obiettivo non reagisce a una situazione comica, ma apre la bocca e scopre i denti con grande consapevolezza. Questo, però, dimostra soltanto che gli uomini d’oggi hanno innalzato la contrazione del riso a immagine ideale, dietro la quale hanno deciso di nascondersi. Rubens si dice: il riso è la forma più democratica di tutte le forme del volto: con i lineamenti immobili ci distinguiamo l’uno dall’altro, ma nella contrazione siamo tutti uguali. Un busto di Giulio Cesare che sghignazza è inconcepibile. Ma i presidenti americani se ne vanno nell’eternità nascosti dietro la contrazione del riso.”