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Milan-Lazio: presentazione della gara

Creato il 31 gennaio 2011 da Gianclint

-Il nostro avversario: una sorpresa che poi tanto sorpresa non è-

Milan-Lazio: presentazione della gara

Mister Reja: la sua conoscienza calcistica e la concretezza del gioco hanno portato la "sua" Lazio all'attenzione di tifosi e appassionati.

La più grande qualità che trovo nella Lazio è la capacità del suo allenatore di aver gestito con buonsenso le risorse a sua disposizione. La squadra bianco-celeste a lungo è stata ritenuta “la sorpresa” del campionato: ho sempre trovato superficiale questa affermazione, se per giudicare -bruttissima parola- una squadra adottiamo lo stesso “metro tecnico” che valse in agosto parole ben più convinte per Palermo e Napoli.

La Lazio ha un ottima distribuzione delle sue qualità tecniche in ogni reparto: a parer mio, molto più organizzata del Napoli dietro e qualitativa del Palermo in mezzo al campo, ha trovato nella compattezza del gruppo la via giusta per valorizzarne l’undici. Il limite di una panchina non all’altezza -chi la ha fra “le pari grado”?-, ha implementato un raro lavoro sullo sviluppo del gioco: la Lazio è l’unica squadra in serie A a saper giocare due moduli con omogeneità e credibilità.

Forte della capacità di andare in porta costruendo verticalmente con sorprendente continuità nella sua versione casalinga, Mister Reja sapeva di non poter proporre una versione altrettanto spregiudicata lontana dall’Olimpico. Raccogliendosi al centro attorno a due mediani (Matuzalem e Brocchi), rinunciando o affiancando il regista (Ledesma) ad uno di essi, la Lazio “formato trasferta” ha offerto gare di notevole spessore in quanto ad organizzazione di gioco e capacità di saper “aspettare” la partita.

Per certi versi, dalla gara dell’andata contro il Milan, la Lazio ha trovato il coraggio di poter chiedere di più se stessa: presentandosi di fatto col modulo “da trasferta”, ha potuto constatare che “avrebbe potuto osare anche di più” proprio nella gara contro il Milan. Se devo trovare una svolta psicologica positiva al campionato dell’undici romano, mi sento di indicarla qui.

Dati gli infortuni, vedremo se verrà proposto l’usuale 4.2.3.1. che non dovrà trarre in inganno: nelle gare disputate in trasferta, la squadra di Reja non si è mai limitata ad innalzare muraglie. Intelligentemente, copre bene il campo e sa riproporsi in avanti, forte dell’estro dei suoi attaccanti. Impressionante la risolutezza con la quale spesso riesce ad andare a rete, magari dopo minuti di apparente “addormentamento” della squadra.

Milan-Lazio: presentazione della gara

In sequenza, movimento collettivo su giocata offensiva: la Lazio è temibile proprio attraverso la forza del gruppo, non solo dei singoli.

Domani sera affronteremo una squadra conscia dei propri mezzi, svelta nel verticalizzare, sciolta negli scambi sulla trequarti, rapida a portare al tiro i centrocampisti indipendentemente dalla struttura di gioco scelta; ma attenzione a Reja, a cui non sarà sfuggito il fatto che nelle ultime gare la mossa che più abbiamo sofferto tatticamente è stata quella effettuata dalla Sampdoria in Coppa Italia di “andare a specchio”, con lo spostamento di Guberti da sinistra sulla ¾. Si vedrà…

Per contrario a quanto detto sopra, volendo trovare una svolta psicologica negativa alla stagione Laziale, penso alla gara di Torino contro la Juve, persa all’ultimo secondo: la perdita della sicurezza in ciò che fino a quel momento “aveva pagato”. Anche qui potrebbe risiedere una delle chiavi della nostra gara: scomporre l’ordine difensivo dell’avversario. Per far questo ad Ibra sarà richiesta una partita di grande dispendio (ancora), ora accorciando col centrocampo, tirandosi via dalla marcatura; ora allargandosi e creando spazio per inserire la mezzala o farsi girare attorno il compagno di reparto.

Cassano, un’arma contro il traffico Friulano e Cesenate, non ha brillato a Catania, e Pato, per trovare il varco giusto, dovrà vedersela con un reparto organizzato da Dias, regista difensivo di grandi -e sottovalutate- capacità di posizionamento e regia difensiva, tanto da far apparire Biava come il fratello bravo di quello visto al Genoa.

“Puntare tutto” sul recupero di un giocatore scopertosi importante nel nuovo contesto come Flaminì, potrebbe essere rischioso e poco funzionale in una gara che non sarà certo “ad una sola faccia”: lungodegente, misure e sintonia in campo non si trovano in un amen. Attingere da giocatori che con disinvoltura stanno indossando “nuove vesti” tattiche (T.Silva) potrebbe rivelarsi l’arma in più anche in vece di supporto ai due centrali e ad un centrocampo inedito con Emanuelson all’esordio: giocare a S.Siro con la maglia del Milan non è roba che non dia una carica in più. Nel dubbio basterà guardare lo Svedese là davanti ed adeguarsi alla sua furia calcistica.

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