In una lunga intervista a Sportitalia, l’ex dirigente del Milan e della Sampdoria, Ariedo Braida, si e’ confessato a 360 gradi, dall’amicizia con Galliani all’addio forzato ai doria passando sulle mancanze dei rossoneri di adesso:
Quale è un difetto di Adriano Galliani? Con lui ho un rapporto di amicizia fraterna. Anche se ci fossero quando c’è un rapporto del genere certe cose non si vedono”.
Poi è arrivato Ferrero ed è andato via. Nel momento in cui cambia la proprietà cambiano le idee. Voleva che lavorassi a percentuali e io gli dissi di no. Lei doveva lavorare solo alle cessioni perdendo il ruolo precedente? Esatto”.
C’è qualche società con la quale sta trattando per tornare a lavorare? “Lo scorso Natale ho avuto la possibilità della Sampdoria, firmai un contratto col presidente Garrone. In quel periodo mi contattò anche la Dinamo Kiev, mi fecero una proposta di tipo economico, ma feci le mie considerazioni, diedi priorità alla mia famiglia e quindi firmai coi blucerchiati”.
Brozovic è un centrocampista da Milan? “E’ bravo”.
Cosa non ha funzionato con Balotelli? “A volte gli danno responsabilità superiori rispetto a quelle che lui dovrebbe avere. Situazioni non tecniche, ma di natura psicologica non gli permettono di dare quello che lui ha. Potenzialmente è un campione”.
Meglio è andato Kakà. “Sono molto affezionato a lui e alla sua famiglia”.
Farebbe lo scambio con la Roma Destro-El Shaarawy? “Destro per me è un goleador. El Shaarawy è un giocatore con alti e bassi, molte volte noi del calcio sopravvalutiamo i calciatori. Lui ha dimostrato di essere bravo, ma nel tempo non ha confermato quello che aveva fatto vedere. Come Pato? Il problema di Pato sono stati i tanti infortuni, era un campione. Mi dispiace perché, calcisticamente parlando, esprimeva velocità, tecnica e visione della porta”.
Vangioni è da Milan? “E’ un buon giocatore, ma non è un calciatore da Milan. Correa mi piace, è quanto di meglio ci sia in Argentina. Dybala? Mi piace molto, ha bisogno di maturare ancora un poco ma mi sembra abbia la personalità per giocare in una grande squadra”.
Avevi consigliato Perotti al Milan? “No, io tanti anni fa parlai con Higuain, col papà e col fratello. Aveva 19 anni e poteva giocare al Milan, in quel periodo facemmo un’offerta non molto alta e due settimane dopo lo prese il Real Madrid pagandolo 18 milioni di euro. Certe volte puoi avere anche una buona intuizione, ma se non hai le riserse necessarie resta una intuizione. Noi offrimmo circa sei milioni di euro”.
Il ritorno di Sacchi può essere utile in questo Milan? “Arrigo è bravo e potrebbe dare il suo contributo, è un maestro di calcio. Quale ruolo? Potrebbe aiutare, è una persona che ha dimostrato le sue capacità. Inzaghi rappresenta il nuovo, ha bisogno di vivere le sue esperienze e credo abbia tutte le qualità per diventare un allenatore importante”.
Cosa pensa di Inzaghi? “Pippo lo conosciamo tutti. E’ un allenatore che ha bisogno di fare e vivere certe esperienze. Si diventa professori, non si nasce. C’è bisogno di esperienza, solo in rare circostanze si può inventare qualcosa. Maldini ha esordito a 16 anni ed è subito diventato un campione. Per De Sciglio, invece, non è lo stesso. E’ uno straordinario ragazzo, ma non è Maldini”.
C’è un giocatore del Milan attuale che giocherebbe nel suo vecchio Milan?“Oggi ci sono giocatori bravi, ma quelli del Milan passato erano tutti di un valore nettamente superiore”.
Baresi e Maldini riferimenti della tua gestione? “Noi avevamo una difesa con Tassotti, Baresi, Costacurta e Maldini che era straordinaria, dei giocatori pazzeschi anche a livello umano. La difesa storica del Milan era straordinaria e irripetibile”.
Quale acquisto le ha dato maggiori soddisfazioni? “Per me un giocatore importantissimo è stato Weah, l’unica altra squadra interessata era il Newcastle. Lui la prima estate sbagliò il rigore decisivo al trofeo Berlusconi, ma io subito lo rincuorai dicendogli che era un campione. Non costò tantissimo, lui pur di venire rinunciò a un miliardo. Voleva venire a ogni costo al Milan, è arrivato con grande sentimento”.
Se avesse dieci milioni da investire per rinforzare il Milan su quale ruolo si concentrerebbe? “Al Milan manca un vero centravanti, ma con dieci milioni mi sembra difficile acquistare un grande centravanti. Torres? Non lo giudico, non c’ero al momento dell’operazione e non ne voglio parlare”.
Quale è la sua opinione su Barbara Berlusconi e sul suo comunicato di un anno fa? “Io voglio ricordarmi delle cose belle. Nella vita tutti possiamo sbagliare, anche se il garbo in certe cose è indispensabile. Nella vita ho fatto anche io molti errori, in quel momento mi sono sentito un po’ toccato nell’intimità. Se ho fatto degli errori sono lì, non ci sono problemi. Poi è chiaro che arriva un momento nel quale bisogna chiudere e auguro al Milan le cose più fantastiche. Su Barbara Berlusconi non esprimo giudizi, le auguro tante cose belle”.
Consiglierebbe Kramaric a un buon giocatore? “E’ un buon giocatore, ma non è un top”.
Di quanto tempo ha bisogno il Milan per tornare competitivo per lo Scudetto?“Penso che debba lavorare sulla strada intrapresa con Inzaghi. Magari ha un po’ di inesperienza, ma conosce bene tutto il Milan ed è amato dalla gente. Ci sono tutti i presupposti per fare bene, è chiaro che bisogna trovare soluzioni tecniche e giocatori che alzino il livello della squadra. In questo momento qualcosa manca, purtroppo giocano con Menez che non è un centravanti e l’assenza di un grande numero 9 si sente. Questa squadra si deve rinforzare anche a centrocampo e in difesa”.
E’ andato via nel momento giusto? “Ho chiuso 27 anni e dieci mesi di storia ed è qualcosa che resterà sempre nel mio cuore. Il Milan ha fatto parte della mia vita fino a un anno fa, auguro a questo club i successi del passato”.
Ma perché lei non è nel Milan di oggi? “Il Milan ha Berlusconi che è una persona straordinaria, chi lo conosce lo ama. Poi c’è Galliani, persona che conosce bene il mondo del calcio. Conosce tutto e tutti. Il Milan è in buonissime mani, sanno quello che devono fare. E’ chiaro che i tempi sono cambiati, non è più possibile investire quello che è stato investito in passato”.
Chi mettiamo tra i primi tre? “Van Basten, Gullit e Rijkaard è un trio straordinario”.
Con Galliani hai portato in Italia grandi campioni. “Mi viene in mente Weah, lui era il calcio. Vedere giocare lui o van Basten era un qualcosa di spettacolare. Poi, però, nel calcio ci sono anche i leader alla Gattuso. Anche a lui l’ho sempre amato per quello che ha saputo esprimere sul calcio e per come l’ha fatto”.
Non è un paradosso che questa società faccia a meno di te in questo momento delicato? “Sono sempre proiettato al futuro, ultimamente sono andato in giro per il Mondo e ho visto tanti giocatori. Per migliorare il livello del nostro calcio abbiamo bisogno di portare qui giocatori importanti. Vedere ad esempio un giocatore come Tielemans che è un ’97 e gioca titolare in Champions League ci fa capire la differenza col nostro calcio, questi sono i giocatori da portare. In Italia il livello si è molto abbassato, all’estero giocatori come Immobile e Cerci che hanno fatto benissimo in Italia fanno fatica”.
Braida parte con un aneddoto su Shevchenko - “Andai a Kiev, gli portai la maglia del Milan e gli dissi che con quella maglia avrebbe vinto il Pallone d’Oro ed è successo”.