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Milan-Sampdoria: presentazione della gara

Creato il 15 aprile 2011 da Gianclint

–Necessità di giocare una gara tecnica e di movimento –

“O serie A o morte!”, questa la scritta che la squadra genovese ha trovato ad attenderla martedì alla ripresa degli allenamenti al “G.Mugnaini” di Bogliasco alta.

Insieme a quella prossima, quella dell’ anticipo di sabato sera, per noi, la gara peggiore: non temo “l’effetto Bari” -figlio dell’eliminazione di Champions League-, piuttosto che il dover affrontare il Milan in questo momento topico della stagione rigeneri energie mentali e fisiche nell’avversario.

Se a Firenze, una volta letti i nomi dei giocatori schierati, si poteva pensare ad una Fiorentina che “giocasse”, osservando il modulo avversario abbiamo immediatamente la percezione della gara che ci attenderà: il 3.5.2., in qualsiasi salsa lo si proponga -come ogni schieramento a tre, peraltro-, è modulo difensivo per eccellenza.

Milan-Sampdoria: presentazione della gara

Il capitano blucerhiato Palombo pare perplesso di fronte alla situazione attuale dei suoi.

Cavasin nelle ultime uscite ha voluto, correttamente (?), semplificare la vita ai suoi: la fase offensiva è lasciata in balia di giocate estemporanee, mai supportate da un movimento collettivo della squadra che sia volto a determinare un’occupazione del campo atta ad offendere, se mai studiato per non farsi sorprendere scoperti.

L’atteggiamento della Sampdoria sarà quello di una “squadra corta”, ma non certo per ottenere il controllo del gioco attraverso il palleggio; bravi dovremo essere noi a far degenerare il loro prevedibile “arroccamento”, portando l’avversario a schiacciarsi e spalmarsi anche in ampiezza, non lasciandolo concentrare nel mezzo.

Un 11 che difende sui sedici metri contro una squadra tecnica sarà costretto a perdere le distanze per contrastare la capacità di saltare l’uomo dell’avversario, quindi gli spazi andranno creati in triangolazione su una nostra superiorità numerica, saltando l’uomo di già a centrocampo, o attraverso un lancio ficcante.

Dal trio Maccarone, Pozzi, Guberti, scaturirà la coppia offensiva della squadra genovese, con Macheda pronto a sorprendere: con il 32 dato in campo certo, la scelta determinerà una maggiore predisposizione al gioco profondo con Pozzi o con più spiccate doti dinamiche e tecniche col secondo.

L’aver osservato la Sampdoria contro Chievo e Lecce non sarà indicativo: se nella trasferta Scaligera l’11 è parso ordinato quanto del tutto disinteressato a stuzzicare le doti contropiedistiche Clivensi, col Lecce l’atteggiamento ha stupito sotto un altro punto di vista… su più di una palla contesa alla distanza, si potevano osservare giocatori della Sampdoria “allungare” la traiettoria di corsa… e anche questo è calcio, ci dicono.

Per il Milan non c’è nessuno spettro da scacciare, il rischio è manifesto: i 45 punti di distacco che avevano fatto da sedativo contro il Bari sono serviti da lezione. Ma un’aderenza si può rintracciare, quella di un Milan-Brescia 1-1 del campionato 2004/2005: partita collosa, che “si tocca” con quella di domani sera. A distanza di qualche anno si ricorda ancora un commento di Cavasin, alla guida dei Bresciani all’epoca: “Il Milan provò a raddoppiare e chiudere, ma non lo fece con la giusta cattiveria”. E questa servirà.

Milan-Sampdoria: presentazione della gara

A difesa schierata creare superiorità, offrire al portatore più opzioni di passaggio: fondamentale il movimento senza palla di punte ed esterni.

L’assenza di Ibra si farà sentire eccome, e, proprio contro una squadra del genere, il suo strapotere fisico, unito alla sua generosità poco pubblicizzata, avrebbe rappresentato un’enorme risorsa: potremo fare solo “un tipo di gara”. La palla dovrà correre svelta a centrocampo e il portatore -imprescindibile la qualità nei tre di centrocampo, ora più che mai-, avere sempre più di un opzione di passaggio.

Se non saremo abili davanti a muoverci senza palla, a non dare riferimenti statici, e con buoni tempi di gioco, la palla potrà viaggiare anche su linee verticali sì, ma coperte! La verticalizzaione andrà ricercata al momento giusto, spostando la palla anche lateralmente, di fatto togliendo densità nel mezzo e favorendo l’1 vs 1 contro la loro difesa, sempre con un buon movimento delle punte.

L’importanza dei terzini determinerà anche una buona costruzione da parte dei nostri centrali che potranno e dovranno cercare la conduzione anche forzata nella metà campo opposta: il loro movimento ad allargarsi, combinato con quello del cc, asseconderà la combinazione con un centrocampista su un dai e vai ”basso” che porterebbe scompiglio certo fra le ordinate linee difensive Doriane.

Senza neppure troppo volare con la fantasia, è possibile immaginare che la gara possa decidersi anche su un episodio determinato dall’atteggiamento impaurito degl’avversari: per un tiro da fuori di un centrocampista su una ribattuta corta di una difesa troppo schiacciata, ad esempio; o determinata dalla nostra intelligenza nel capire cosa può scaturire dal forzare la nostra qualità tecnica nel saper spostare la palla “davanti agli occhi” dei loro difensori

Un difensore, anche il migliore, con l‘ansia di “dover calciare via” il pallone in fretta è un difensore già “saltato” con un semplice spostamento del peso da un’anca all’altra… un difensore che sta per commettere un fallo da rigore.

E pure questo è calcio, baby

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