-Il titolo di Campioni d’Inverno-
Voglia, tecnica e grinta: valori imprescindibili per iniziare a dare significato all'effimero titolo di Campioni d'Inverno
Le motivazioni: sono state queste a mancare alla squadra negli ultimi anni. I giocatori hanno una percezione esatta del valore di loro stessi e dei compagni, e non è un caso quel che osserviamo mettere di più sul campo quanto a convinzione e sacrificio: ne vale la pena. La concentrazione, coltivare l’abitudine a vincere, non è un interruttore che si può accendere nei soli mercoledì di Champions.
La gara di domenica pomeriggio (!) a S.Siro ha bisogno di essere affrontata per quel che vale, cioè molto. Nei novanta minuti contro l’Udinese, ci sono più di tre punti in palio: per il Milan c’è l’opportunità di dare una conferma ancor più compiuta davanti al pubblico di S.Siro del lavoro svolto sino a qui. Il titolo di Campione d’Inverno può valere tanto come poco, starà alla squadra riempirlo di significato nei prossimi mesi, dimostrare di essere all’altezza del primo posto. A partire da subito.
Roma, Parma e Lazio: dalle ultime tre trasferte prendo un dato della squadra friulana, quello di un possesso palla che “è andato sotto” (di poco) solo contro la squadra di Ranieri. Capiamo quindi che l’avversario non ha problemi nel trattare la palla e nel gestirla a suo favore.
Lo schieramento adottato da Guidolìn poi ci suggerisce alcuni aspetti: il modulo da falso offensivista (3.5.2.), favorisce infatti il controllo della metà campo e, se la variante tattica è rappresentata dei tornanti di centrocampo, l’obbiettivo è quello di innescare Di Natale e Sanchez “col campo libero davanti”.
Il “caos organizzato” di Guidolìn trova una sfumatura ora più offensiva ora meno con Pasquale/Benatia – Isla/Armero sulle fasce; l’impiego di Pinzi (squalificato) piuttosto che di Asamoah come centrocampista centrale dei cinque, suggerirà un’impostazione più qualitativa o dinamica sulla trequarti. Spesso l’Udinese pare quasi spaccarsi in due sul campo: la trama dei passaggi, volta “ad attirare” l’avversario in mezzo, libera spazi attaccabili da Di Natale e da Sanchez che vengono ”pescati” quasi all’improvviso con sorprendente automatismo.
E’ facile presumere che di fronte ci ritroveremo un avversario che scivolerà dietro a 4 (se non a cinque). Come per noi, le due partite in tre giorni potrebbero portare a problemi di tenuta e freschezza nell’attuare i movimenti difensivi dal 3.5.2. base. Come detto, però, non può essere la mancanza di stimoli a mancare: le gare di Lazio, Napoli, Roma… e chi volete voi, assumeranno tanta importanza quanto più noi crederemo che la nostra supposta superiorità tecnica basti per poter vincere la gara d’ inerzia.
Dicevamo del sistema che “promette” la difesa a tre e poi si propone 4 o a 5 di partenza. La carenza sui terzini -anche loro impregnati a stretto giro in due gare-, potrebbe costarci una non particolare fluidità sulle fasce. Se verrà schierato ancora Seedorf metodista vorrà dire che si affiderà alla sua luna l’opportunità di innescare Ibra -al rientro- (… è già detto?)
Quindi al trequartista si chiederà non solo l’abilità nell’applicarsi come centrocampista aggiunto, ma di svariare su tutto il fronte di trequarti campo, attaccando e muovendo ora a sinistra ora a destra fra le linee.
In questo Boateng ha saputo eccellere: nel leggere i tempi di gioco del compagno che si allargava per rifinire sul suo taglio alle spalle dei centrali, spiazzati dal decentramento di Ibra e dalla sua sicurezza nel andare sulla palla messa in mezzo. Vedremo Robinho, che potrebbe essere scelto come in passato per ricoprire il ruolo in un’altra maniera ancora rispetto all’Olandese e all’acciaccato Principe.
Riconquistare palla sulle traiettorie di passaggio e ripartire al massimo a due tocchi: stare stretti per chiudere i varchi, pronti a ripartire sulla prima per trovarli scoperti sulla transizione -il loro principale difetto; e le caratteristiche delle nostre punte vanno a nozze con la difesa a tre dei Friulani.
Creare superiorità sulla 3/4, il movimento incontro di una delle punte, quello "aggirante" dell'altra: ingredienti per sorprendere una difesa schierata anche per vie centrali
Che serve per sorprendere “una tre” in zona cieca?: la capacità di allargarsi di Ibra, la rapidità di volgersi rapido sul proprio asse in corsa di Pato, l’abilità di Robinho di attaccare la linea anche partendo da lontano, l’estro di Cassano nell’allargarsi per rifinire. Vedremo chi di questi (4 per 1 posto) verrà scelto. Loro dovranno fare la differenza per prendere alle spalle il trio difensivo, anche senza dover forzare il cambio del lato per trovare fuori il tornante opposto o forzare i terzini per andare sul fondo.
Il destino è in mano a noi: in campo concentrati ed all’altezza del “mezzo obbiettivo” conquistato; senza la calcolatrice in mano e l’occhio al tabellone, ma con la capacità di restare sul campo per 90′ d’un fiato, sul pezzo per iniziare a costruire il resto della nostra stagione.
A Fer :)