Dopo l’inaspettato pareggio col Bari di oggi bisogna cogliere l’unico lato positive generato dall’errore dell’allenatore toscano nella gestione del turnover del proprio parco attaccanti.
Il turnover sbilenco che Allegri ha utilizzato quest’anno nella selezione dei propri attaccanti a disposizione, e’ la ragione principale del momento di difficolta’ di gioco che il Milan sta dimostrando in campionato da alcune partite a questa parte con la presenza in campo di Ibrahivomic, ultimamente vero tallone d’achille della squadra.
Perche’ se vogliamo essere sinceri, il Milan del girone di ritorno, nonostante il numero elevato di vittorio colte, ha raggiunto livelli di gioco parzialmente elevati solo nel secondo tempo col Napoli a San Siro, quando un rigore dubbio aveva aperto le marcature della squadra rossonera. Prima e dopo, partite stentate contro Genoa, Lecce, Cesena, Catania, Juventus (una delle peggiori prestazioni della stagione nonostante la vittoria esterna) dovuta quest’ultima anche dalla poca qualita’ della Juve, che ha generato una partita brutta e giocata male da entrambe le squadre.
Non e’ comprensibile la decisione di Allegri di aver fatto continuamente giocare Ibrahivomic, in un periodo in cui non merita di essere titolare per un evidente calo di forma dovuta da una normale stanchezza psicofisica logica conseguenza di una stagione in cui ha sempre giocato, anche quando era meglio fargli risparmiare alcuni tempi e rifiatare un po’.
Non e’ possible che un allenatore della prima in classifica non si fidi di lasciare il proprio centravanti fuori, in un momento di tale (non) forma, in casa contro l’ultima della classe, avendo a disposizione 3 attaccanti come Pato, Cassano e Robinho.
Sarebbe stato piu’ saggio, soprattutto dopo la prestazione estremamente negativa di Londra, dare a Ibrahimovic un turno di riposo per almeno tre motivi:
♣ farlo riposare fisicamente;
♣ togliergli un po’ di pressione per le critiche ricevute sulle recenti prestazioni;
♣ spedire allo svedese un messaggio forte e chiaro: sei importante per la squadra ma non intoccabile e mi fido ciecamente degli altri attaccanti che ho ha disposizione.
Immaginate se Pato avesse giocato come Ibra a Londra, ricevendo le stesse giustificate critiche dai media. Oggi avrebbe sicuramente appoggiato il suo fondoschiena in panchina dopo probabilmente aver ricevuto in settimana critiche dal proprio allenatore per la poca voglia di vincere e basso livello di concentrazione mostrati in un evento tanto importante come un ritorno di Champions League.
Invece Ibra e’ stato schierato regolarmente, a seguito delle parole dell’allenatore toscano che ha sottilineato, prima e dopo Londra, come lo svedese stia avendo la migliore stagione della carriera (sic). Ibra e’ entrato in campo psicologicamente scarico (o overcarico, non si capisce bene), stanco fisicamente, nervoso, sempre alla ricerca delle giocate piu’ difficili – quando al momento fa fatica con le opzioni piu’ facili -aumentando il proprio nervosismo dovuto dallo stress nel vedere se stesso esprimersi ben al di sotto dei propri standards e abitudini. Fino a perdere la testa colpendo un avversario, dovuto dalla frustazione per l’ennesimo errore commesso mostrando un’attitudine e un’energia attorno a se estremamente negative.
Quindi Allegri si e’ trovato, per non dare un turno di riposo alla propria stella (cadente), a perderlo per almeno tre turni, inclusa la “finale derby” che probabilmente decidera’ il campionato, o almeno la supremazia cittadina in un momento di tale competizione su chi e’ piu’ forte tra le due squadre milanesi.
Pero’ ad essere sinceri, forse questa potrebbe essere la svolta positiva del Milan, che spero si giovera’ dell’assenza dello svedese per completare un’evoluzione di gioco possibilmente piu’ veloce e spettacolare per servire in maniera diversa i propri attaccanti, invece di appoggiarsi escusivamente sul possente centravanti che attira a se la maggior parte dei palloni ma sbagliando troppe soluzioni nell’ultimo periodo.
Tocchera’ a Pato quindi essere la stella e il salvatore, ora che il suo vero antagonista e’ fuori per squalifica subita per sua stessa colpa. Una posizione stimolante quella del brasiliano, che penso sia evidente quanto mal sopporta l’atteggiamento da capo e primo critico nei suoi confronti dello svedese, per poter provare al proprio club che si puo’ fare a meno di un giocatore che , per l’ennesima volta, sta dimostrando di essere forte coi deboli ma, ahime’, debole coi forti.
DDM