Ecco una partita che ha rappresentato un'approfondita discussione sulla natura delle proposizioni condizionali, ossia delle proposizioni della forma "se p allora q" nelle quali p e q sostituiscono le proposizioni "se vinciamo 11 partite, allora è già scudetto, essendo questo garantito con 80 punti". Mancano quindi quei 33 punti, cioè 11 vittorie. E quale occasione migliore per ridurre subito a 10 le partite mancanti, con una bella vittoria in casa a spese di una Lazio che già in partenza si è dichiarata rinunciataria sul campo di San Siro?
Senza entrare nei particolari di questa fondamentale questione che Allegri ha posto (e che verrà comunque ripresa a proposito della logica stoica), ricorderemo qui soltanto che la concezione e la definizione funzionale delle condizioni di verità di una proposizione (se vinciamo 11 partite, se Ibrahimovich non prende due pali, se Cassano dà un significativo contributo, se ... ) non posseggono realtà incontrovertibile.
Fu anche per rispondere ad aporie di questo tipo che Aristotele sviluppò la sua teoria della potenza e dell'atto. Infatti la forza della Lazio di resistere all'azione del Milan è stata stressante ma efficace. La partita è terminata in pareggio. Un pareggio senza gol che propone altre proposizioni condizionali ("se continuiamo così, allora ...", "se Ibrahimovich invece di segnare passa il tempo a redarguire pesantemente i compagni, allora ..."). Intanto gli inseguitori scaldano i motori.