Milano, 1 marzo

Da Loredana V. @lorysmart

Siamo stati a vedere i dipinti della collezione Netter, della quale riferitò in seguito.

All’uscita, una vera sorpresa, una serie di dipinti di Bob Dylan. Lo conoscevo come cantante, autore, poeta, ma pittore proprio non lo supponevo. Ventitré quadri di grandi dimensioni, di forte impatto visivo, un paio con soggetti fortemente erotici, altri raffiguranti personaggi comuni di una New Orleans anni ’40-50, quali un regista cinematografico, un pastore negro, alcuni coristi in una chiesa, una seduta dal barbiere, un ballo in maschera.

Lo stile è molto personale, quasi fumettistico, tinte scure che ricordano la terra, neri, grigi, marroni, evidenziati da qualche riga bianca o beige. Solo gli ultimi quadri, raffiguranti una villa (sembra), sono a colori.

Qualcuno ha criticato l’artista perché i soggetti non sono “originali” , ma tratti da fotografie dell’epoca, resta però il fatto che lo stile ha una sua personalità, un tratto “forte”, ben delineato.

Una passione che l’artista ha sviluppato anni fa, nel 1966, mentre era immobilizzato a causa di una caduta dalla motocicletta. Molte delle sue opere sono esposte alla Galleria Gagosian di New York, anche se molti critici hanno snobbato le sue esposizioni, proprio per il fatto che sono copie di fotografie, però l’artista non se ne è rammaricato più di tanto, in quanto tiene maggiormente al giudizio della gente comune, e proprio per questo motivo desidera che le sue mostre siamo sempre gratuite.

Artista dunque molto eclettico, tanto da aver pure meritato il premio Pulitzer 2008, per l’impatto che hanno avuto i testi delle sue canzoni sulla cultura popolare americana. E peccato solo che le ue canzoni non siano state messe come sottofondo musicale della sua mostra.



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