Cronaca di un delitto perfetto, quasi, perfettibile di certo.
Antonia Bianco 43 anni è morta. Come? Indagini e autopsie non riuscivano a capire come potesse essere morta quella donna, cosa avesse fatto scoppiare il ventricolo destro. Un infarto? Pare. No, invece no, è stato uno spillone conficcato nell’ascella sinistra. Un ago lungo e sottilissimo tanto è che nessuno se ne è accorto. Antonia è morta in pochi minuti.
Forse è stato l’ex compagno, con lui Antonia aveva un appuntamento. Un omicidio quasi chirurgico.
Gli uomini dell’Arma su strumento e metodo di morte scrivono «non c’è nessun professionista del crimine chirurgico: è stato un puro caso se chi ha ucciso lo ha fatto a quel modo, ha semplicemente scelto un’arma insolita e letale».
Antonia Bianco, quella sera di quel tremendo 13 febbraio chiama il 112, sono circa le 20.00 «Fate presto, sto male, mi ha picchiato anche stavolta…» Arrivano i Carabinieri ma è già in fin di vita, ufficialmente Antonia è morta per un arresto cardiocircolatorio. Un medico nota una piccola goccia di sangue sotto l’ascella - segnalerà agli anamatopatologi -ma la prima autopsia non ha nessun esito, solo la seconda volta si troverà il dotto dello spillone.