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MILANO. Articolazioni a rischio con obesità e sovrappeso: in Italia 4 milioni di persone con osteoartrosi, metà sono obesi.

Creato il 26 novembre 2015 da Agipapress
MILANO. Articolazioni a rischio con obesità e sovrappeso: in Italia 4 milioni di persone con osteoartrosi, metà sono obesi. MILANO. L’artrosi è una malattia dalle cause ancora sconosciute, provocata da più fattori compresenti, e che in Italia colpisce circa 4 milioni di persone. Lo stato di benessere articolare è mantenuto se il corpo ha un peso corporeo corretto, esercitato su una cartilagine in condizioni normali. Tutti ciò che modifica questo status è da considerarsi un FdR “fattori di rischio”.  Lo squilibrio può derivare da improprie o eccessive sollecitazioni meccaniche, da malformazioni, traumi e microtraumi o da infiammazioni della cartilagine, predisposizione genetica, disordini metabolici, invecchiamento o obesità. Stando ad un recente studio condotto negli Stati Uniti, gli obesi presentano un rischio doppio di sviluppare l’artrosi rispetto ai normopeso: il peso infatti ha una notevole influenza sulla salute delle ossa e delle articolazioni in quanto aumenta il carico articolare accelerando la degenerazione della cartilagine e modificandone progressivamente composizione, struttura e proprietà. Lo studio ha calcolato che per ogni 5 kg di peso aggiunto si crea un + 36% di rischio di sviluppare osteoartrosi. MILANO. Articolazioni a rischio con obesità e sovrappeso: in Italia 4 milioni di persone con osteoartrosi, metà sono obesi.“Diverse sono le terapie impiegate per questo tipo di patologia quali FANS, cortisonici, antidolorifici, acido ialuronico intra-articolare - chiarisceRocco Papalia ortopedico UOC di Ortopedia e Traumatologia e professore associato del Campus Biomedico a Roma -. Mentre l'uso continuativo di FANS, cortisonici ed antinfiammatori in genere può, alla lunga, compromettere la salute del paziente per il forte rischio di pesanti effetti collaterali, la terapia infiltrativa risulta essere quella meno aggressiva. Oggi è stato messo a punto un trattamento infiltrativo a base di acido ialuronico che può andare incontro alle esigenze di un paziente particolarmente difficile da trattare come l'obeso. Una terapia ibrida che unisce le proprietà dell’acido ialuronico ad alto e a basso peso molecolare”.
“E’ riconosciuto come diversi pesi molecolari di acido ialuronico hanno diverse funzioni biologiche – aggiunge Mario De Rosa professore ordinario di Biochimica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università degli Studi di Napoli e che ha messo a punto la formula ibrida -. L’alto peso ha una azione lubrificante e un “effetto cuscinetto” mentre quello a basso peso molecolare ha un’importante attività antinfiammatoria e rigenerante. Fino ad oggi non era mai stata presa in considerazione la possibilità di rendere disponibili le proprietà dell’acido ialuronico a basso ed ad alto peso molecolare contemporaneamente”. La nuova terapia ibrida messa a punto non è una banale miscela di acidi ialuronici a differente peso molecolare ma un nuovo complesso cooperativo che si comporta come sistema a lento rilascio di acido ialuronico ad alto e basso peso molecolare che in forma di complesso sono molto più stabili ai processi degradativi che hanno luogo nel sito di impianto.
MILANO. Articolazioni a rischio con obesità e sovrappeso: in Italia 4 milioni di persone con osteoartrosi, metà sono obesi.“In questo modo l’alto peso può espletare tutte le sue potenzialità di supporto meccanico all’articolazione – conclude De Rosa -mentre contestualmente l’acido ialuronico a basso peso contrasta il processo infiammatorio e stimola la produzione endogena delle diverse componenti della matrice extra cellulare tra cui l’acido ialuronico. Le caratteristiche di questa nuova entità ibrida di acido ialuronico sono tali da garantire la persistenza nella cavità articolare e di poter ottenere benefici immediati e protratti nel tempo, conclude il ricercatore”. “Il trattamento - conclude Papalia - che ha dimostrato di avere un profilo di eccellente tollerabilità, è un sostituto del liquido sinoviale, che permette di ripristinare le proprietà fisiologiche delle articolazioni artrosiche riducendo il dolore e ripristinando la mobilità articolare con un’azione diretta a livello dell’articolazione in cui viene iniettato, senza esercitare nessuna azione sistemica”. (miriampaola agili)

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