MILANO. Coldiretti Lombardia: “La neve è manna per le riserve idriche e con i laghi al minimo storico”.
Creato il 03 gennaio 2016 da Agipapress
MILANO. “La caduta della neve è manna contro la
siccità perché rigenera la riserva idrica necessaria per la crescita delle
piante ma anche per la vita delle persone”.
Lo afferma la Coldiretti nel
commentare l’arrivo dell’ondata di maltempo che ha portato alla caduta della
neve in montagna e una prima spolverata anche in pianura.
“La neve era molto attesa in montagna non solo per l’attività
sciistica ma anche perché – sottolinea la Coldiretti - la siccità è così grave
che nell’ultimo mese si è addirittura innalzato il rischio di incendi nelle
zone boschive delle Dolomiti dove le zone maggiormente a rischio sono i
versanti esposti al sole con erba e arbusti rinsecchiti causa il perdurare
fuori stagione dell'assenza di precipitazioni”.
I grandi laghi italiani, sottolinea ancora la
Coldiretti che aveva sollevato l’allarme siccità e carenza idrica già da prima
di Natale, dal Maggiore al Garda fino a quello di Como sono svuotati per i tre
quarti, con un livello idrometrico vicino al minimo storico del periodo
mentre il fiume Po al Ponte della Becca a Pavia ha raggiunto i 3 metri sotto lo
zero secondo il monitoraggio della Coldiretti.
Il lago di Como registra -36,5 centimetri
contro -28,5 di Natale e contro i +41,1 centimetri della media storica e un
afflusso di 44,6 metri cubi al secondo contro i 68,4 della media storica.
Il lago Maggiore ha uno scarto negativo di
oltre 96 centimetri rispetto alla media storica e un afflusso di 102 metri cubi
rispetto agli oltre 130 di media.
Il Garda è a 59,5 centimetri di livello contro
i 61,4 di Natale e contro gli 86,8 di media mentre l’afflusso è di 11 metri
cubi scarsi contro i quasi 54 di media
L’Iseo è a 26,2 centimetri contro i 38 di
Natale e i 63 di media mentre l’afflusso al lago è in deficit di 15 metri cubi
al secondo rispetto ai valori medi.
Con una situazione simile, l’arrivo della neve,
precisa la Coldiretti, è davvero la soluzione di molti problemi, primo fra
tutti quelli dell’agricoltura e di alcune coltivazioni come il grano.
A preoccupare, però è l’eventuale brusco abbassamento
delle temperature dopo che nel mese di novembre e dicembre le massime sono
risultate superiori di oltre 2 gradi alla media facendo rigonfiare le gemme
delle piante come in prefiorita e rendendole quindi estremamente vulnerabili al
freddo. In bassa quota al nord dopo il caldo anomalo si sono infatti, attivati i
cicli della natura tipici della primavera con le mimose già fiorite in anticipo
di oltre 2 mesi e nei campi anche le primule, le viole e l’erba.
“Per non creare problemi - conclude la Coldiretti - la
colonnina di mercurio deve scendere lentamente senza restare a lungo sotto lo
zero mentre le precipitazioni non devono essere violente per poter essere
meglio assorbite dal terreno”.
(mpa)
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