E’ stato fermato il presunto responsabile dell’omicidio, compiuto il 3 maggio 2006 a Milano, di Matteo Musso, un ex dipendente comunale che fu trovato in una rimessa in via Chiesa Rossa, al Gratosoglio, colpito da una decina di coltellate. E’ Giampaolo Ferrari, di 42 anni, con precedenti per droga, rapina e maltrattamenti nei confronti della convivente e madre di suo figlio
Il caso di Musso era stato archiviato nell’ottobre 2007 ma, nel marzo di quest’anno, la Squadra mobile ha chiesto la riapertura a seguito di importanti sviluppi. La compagna di Ferrari, infatti, ha raccontato che durante l’ennesimo pestaggio, il 42enne le avrebbe detto “ti faccio fare la fine di Matteo”, riferendosi all’omicidio di Musso. La segnalazione della donna ha rimesso in moto le indagini, sono riprese intercettazioni e interrogatori. Infine, ieri sera Ferrari è stato convocato in questura per essere ascoltato dai pm Alberto Nobili e Gianluca Prisco. Ferrari, che già all’epoca dei fatti fu ascoltato ma non fu indagato, ha confessato anche alla presenza dei suoi avvocati. Il movente sarebbe un’offesa rivolta da Musso al suo amico durante una lite, che sotto l’effetto di cocaina e alcol, l’avrebbe ucciso con 10 coltellate la notte del 3 maggio 2006. Il corpo fu trovato l’indomani da un gruppo di camionisti all’interno della baracca in via Chiesa Rossa 191 dove Musso viveva e svolgeva l’attività di custode. Ferrari al momento aveva trovato un lavoro da custode in piazza Napoli.(ANSA)
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