di Paolo Tittozzi – (fonte Human Training, Fiera di Milano. Expo Training) Oggi le abitudini dei consumatori e le loro esigenze cambiano a velocità inimmaginabili. In periodi di crisi economica come questo sono due i fattori che permettono all’impresa di fare la differenza sul mercato: – la velocità nel capire il mercato – la capacità nell’adattare l’offerta dei propri prodotti alla nuova situazione. Perché è in questi momenti di instabilità finanziaria che le “regole del gioco” cambiano con maggior rapidità; quindi l’azienda che prima le intuisce e si adatta, ha successo. Pochi sanno, ad esempio, che la NOKIA azienda leader nella telefonia cellulare, quando ha iniziato era una segheria che lavorava la cellulosa. L’imprenditore deve essere veloce a capire cosa fa la differenza e non deve fossilizzarsi solo sul proprio mercato. Oggi non c’è molto tempo per capire con “calma” quello che funziona. Oggi c’è bisogno di soluzioni veloci e di focalizzare l’energia su quel 20% che produce l’80% dei risultati. Ma la competitività, l’efficienza, i cambi di marcia e la capacità di adattamento sono parametri strettamente legati alla formazione di tutto il personale dell’azienda. Le previsioni più recenti indicano, malgrado la crisi, che entro il 2020 in Europa vi saranno all’incirca 7 milioni di nuovi posti di lavoro, la maggior parte dei quali nei settori dell’occupazione con maggiore intensità di conoscenze e competenze. Tuttavia, nonostante questa tendenza, secondo le più recenti cifre riportate dalla terza indagine sulla formazione professionale continua del Cedefop (Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale), fra il 2000 e il 2005 le prestazioni delle imprese europee nel fornire formazione permanente ai propri dipendenti sono rimaste invariate. Nell’ambito della formazione continua le dimensioni rappresentano un fattore determinante. In tutti i paesi europei, le piccole imprese tendono a fare meno formazione rispetto a quelle più grandi. Numeri alla mano le piccole imprese investono lo 0,7% del costo totale del lavoro in corsi di formazione, rispetto allo 0,8% delle medie imprese ed oltre l’1,0% di quelle grandi. Inoltre sembrerebbe che le imprese che non forniscono formazione rimangono anche impermeabili agli incoraggiamenti pubblici sul cambio di condotta e quindi gli effetti prodotti da questi incentivi risultano trascurabili. Questa indagine, che risulta essere la più recente sebbene i dati siano ormai di sette anni fa, è stata svolta all’apice … [continua a pag. 57 allegata]
41.097126 16.865692
Vota:
Condividi i post di Titel con gli amici:
- Google +1
- Tumblr
- More
- StumbleUpon
- Digg
- Stampa