Milano FW, mattina del secondo giorno: tra Robin Hood e technicoor

Ieri è andato in scena il secondo giorno di quel gran casi...ehm, carosello che è la settimana della moda, all'ombra della Madunina.
La prima ad andare in scena, alle 9 e mezza, mentre io ronfavo beatamente, è stata Bottega Veneta. Guarda un po', ancora una volta essenziale è stata la pelle, declinata per bene negli accessori, ma anche sui capi. Onnipresente il pull leggero, quasi a mo' di caftano, con spacco profondo sul collo e tanto di laccetti, molto stile Robin Hood. Il vero protagonista della sfilata. Qua e là si notano anche delle frange. Le  stampe grafiche di carrè a inizio sfilata scompaiono per essere sostituite dal floreale ("avanguardia pura", per citare Il diavolo veste Prada) che gioca a fare capolino da sotto leggeri pantaloni o cardigan, con un effetto vedo-non vedo.
Il fit è estivo e rilassato, al contempo su alcune uscite anche molto asciutto. Colori non accesi, ma comunque molto raffinati, come carta da zucchero e tortora. I tessuti sono forse il pezzo forte: tutti leggerissimi, si va dalla seta in tutte le salse (jersey, popeline, parachute...) al cotone, al lino, ai tecnici per ritornare al suede.
 Spiega Thomas Maier: "La collezione è ispirata a questa forma molto semplice, un top che si infila dal capo.È un pezzo che si ritrova nelle culture tradizionali e in quelle contemporanee di tutto il mondo ed è indossato da persone che svolgono attività differenti. Soldati, marinai, pescatori, scalatori, tutti indossano la versione di una tunica o di un pullover. Volevamo esplorare il modo in cui questo elemento può funzionare nel guardaroba moderno”.
  

 


 

Una collezione gradevole e sperimentale che si merita e guadagna un 8-.La frase: "cavo che belli quei caftani... non senti il bisogno insupevabile di indossavne uno?" 
 Scervino, ancora una volta, rilancia le stesse carte sul tavolo, eppure devo dire che gli riesce bene, per una moda un po' dandy ma comunque portabile. Peccato che il caro Ermanno non si lanci un po' di più nella sperimentazione. Il suo stile, però, mi piace e una menzione se la merita. Da notare l'uso dei colori pastello che fanno capolino durante tutta la sfilata.Bikkembergs (se Dio vuole riuscirò a capire come scriverlo prima dei novant'anni)  stavolta mi sorprende con uno sportwear. Tanto colore, tra cui arancione e blu elettrico, e tocchi sartoriali. E anche Dirk viene contagiato dalla moda dell'oversized.
Salvatore Ferragamo va in scena sotto l'afa della mezza e sceglie il colore, senza se e senza ma, che sia pastello o (soprattutto) ipervitaminico. Solo il finale della serata, la sera, si decolora per far posto a un bianco virgineo e candido, con piccoli sprazzi di tie-dye (modello "ohmammamiècadutalacandegginasullacamiciadiFerragamo!"). Anche le sneakers chiare lasciano sempre intravedere un arancio o un giallo canarino. E se il focus della sfilata cade sul sartoriale, non manca la maglieria, che del resto è anche la parte più vendibile di questa sfilata. Da notare sono proprio i cardigan in seta. Voto: 7- (sono sicuro che tra un anno, vedendo tutto questo colore, me ne pentirò, e quindi parto prudente).La frase: Cavo, non trovi che quei completi tie-dye facciano pandan con le mie macchie della pelle?







Ed entro domani speriamo di finire questa maledetta giornata!