Milano FW, siamo arrivati all'ultimo giorno!

Quest'ultimo giorno di Milano comprende i brand che mi interessano di meno. Dsquared propone un rientro sui banchi di scuola (perchè rientro poi? Qual è l'età media dei clienti?). Una collezione che fa nascere un dubbio, visto il suo anonimato neanche sartoriale: ma esiste ancora differenza tra fast fashion e grandi brands? Forse non per tutti.


Armani anche è sempre la solita solfa: pantaloni larghi e svolattanti (grazie all'uso di non due ma quattro pinces), capispalla fascianti e avvolgenti. Belli i lampi di blu chiaro ed elettrico che sprazzano sul grigio. Imbarazzante, invece, la pelliccia accappatoio! Stavolta insieme all'uomo sfila anche la pre-fall donna.




Diesel Black Gold (che poi che significa "nero oro"?) stupisce positivamente con le sue lavorazioni di maglieria dal sapore handmade e contaminata con la pelle. Una sfilata con qualche abito dal taglio giovanile, ma principalmente dall'anima rockettara, nei toni del grigio scuro, bordeaux, arancione e azzurro.







Mi risparmio concetto e frase perchè non so davvero cosa dire. Ma anche il voto, del resto... troppo pochi pezzi carini.
Ports 1961, che l'estate scorso ha debuttato a Milano, si è lanciato anche lui sul minimalismo e su un gioco di forme over o completi dal taglio asciutto ma perfetto. Unico vezzo è l'astrakan, che io trovo abbastanza da pappone russo ma che a Milano sembra la nuova tendenza, pelliccia su cui si protesta molto perchè viene da agnelli neonati o ancora nella pancia della madre (prontamente uccisa). I colori giocano su tutte le tonalità del grigio, nero e cioccolato. Oltre alla pelliccia (anche quella di zibellino) i materiali rimangono lussuosi: cashmere lavorato a mano, vigogna e spunta anche il cocco.








Voto: 7-
Concetto: Less is more.
La frase: "Cavo, non vovvesti una pelliccia di zibellino anche pev te?"
E con lui io ho finitooooooooo!!!
Passiamo ora alle presentazioni che non hanno sfilato, o le sfilate non incluse nel calendario o ancora che mi sono perso. 
Fendi è ritornata a sfilare a Milano dopo due anni di assenza. Un uomo in tonalità buie di blu e grigio. Con moderne tecnologie vengono uniti materiali diversi, accompagnati dai colori degradè, per il resto si rimane su modelli tradizionali. Immancabili gli acessori in pelle. Rimane, però, un certo Kitsch alla Pignatelli. Sarà l'atmosfera, sarà l'immagine che mi sono fatto del brand. In compenso alto know how dimostrato...










Voto: 6 1/2Concetto: Una dimostrazione di artigianalità e tecnologia in linea con la maison.La frase: "Cavo, possibile che le giacche ammuffite vadano così di moda?"
Giuliano Fujiwara propone sempre forme over, da bravo stilista Giapponese trapiantato a Parigi che non è (Milano sarà figa, ma Parigi è sempre Parigi!). Comunque dalle immagini non deduco molto, ma mi piace. Molto simpatico il modo in cui viene presentata. 




Per Marc Jacobs le parole sono poche: Limone, assenzio (non è un cocktail), verde acido e tutta la selva di sfumature tra giallo e verde. La collezione è a tema skater, con forme abbastanza classiche e in alcuni casi look bohemien che mi aspetterei più da Marni. Molto simpatiche le cinture in pelle intrecciata sottili. 




Si parlava di Marni, e Marni sia! I giovani modelli di Consuelo Castiglioni sognano di cambiare il mondo con l'arte e con la volpe, pelliccia usata di volta in volta come charm ornamentale, stola o cardigan. Immancabili le stampe, altro simbolo del brand. Il pantalone, sia cargo o attillato, è sdrammatizzato dal risvolto che aumenta l'immagine rilassata. 







MSGM è un brand che non conoscevo. Interessante, con i suoi buffi grafismi che un po' ricordano Balenciaga, un po' Burberry e un po' anche (ahimè) Dolce e Gabbana. Le forme sono tipiche dello sportswear, rilassate e un po' abbondanti, i colori sono tanti, tutti: blu, rossi, bianco e nero, verdi... Non mancano alcuni capi più sartoriali, dai completi ai montgomery. 










Mi sono piaciute in particolare queste due ultime presentazioni.
......E Milano, per me, è finitaaaaaa!!!