MIlano FW, terzo giorno (ma qui non resuscita nessuno, anzi...)

Creato il 03 luglio 2012 da Hermes
La terza giornata di Milano non mi fa far follie. Si comincia all'insegna dell' aquila di Emporio Armani, con una sfilata che sembra un elogio al metrosessuale, sottolineando in particolare le forme dei pettorali e addominali. Sul solco della migliore tradizione Dolcegabbanesca, così come simili anche i tagli over, che però sono cari a re (?) Giorgio.
Iceberg, invece, si conferma una piacevole sorpresa: tanta maglieria colorata e vivace (da notare i vitaminici sprazzi di arancione) cardigan rilassati e giacche in nappa leggera. Immancabile, a sottolineare un'attitudine un po' jazz, il cappello, sia di foggia borsalino sia  a coppola. Stessa sorte per il completo a righe -un po' da carcerato, a dir la verità- che rievoca gli anni '30 rielaborando il gessato.


Anche da John Richmond la solfa è sempre la stessa, e sempre di più ricorda Cavalli (non è un bene, sappiatelo): rock, glamour, tribal, tutto mischiato in un calderone di luoghi comuni, di visto e già visto; volontà di creare qualcosa di nuovo, diverso o più piacevole pari a zero. E poi Richmond va punito per quegli orrendi Jeans con la scritta sul culo (francese per "deretano") di lustri fa, che, ci tengo a sottolinearlo, non ho mai voluto (anche perchè avevo forse 10 anni quando erano di moda).
Gucci sembra aver recepito il messaggio colorato di Ferragamo, abbandonando il tie-dye ma dosando meglio i vari verdi, rossi, blu e aranci. Le forme e i tagli della collezione celebrano gli anni '70, ed è tangibile la voglia di rievocare lo spirito glamour e la gloria della maison fiorentina in quegli anni. Onnipresente il mocassino con morsetto, elegante e non-tanto-oscuro oggetto del desiderio, che compie i suoi 60 anni. Troviamo doppiopetti, maglie in cotone, ma anche kaftani stampati floreali, che fanno pensare a un playboy in giro per la riviera o la Costiera Amalfitana. Anche il pantalone, in omaggio a questa suggestione d'antan, è risvoltato alla caviglia. Da notare le maxi borse a righe (Baiadera), la week-end in cocco e i raffinati cache-col. Logici completamenti di questo ensemble, in cui tutto sussurra lusso e niente lo grida.
Molto carini i braccialetti in pelle intrecciata, decorati dal morsetto della griffe, o i mocassini in pelle esotica colorati (sbavosi).
Un premio all'uomo che andrà in giro in completo verde menta e un 7 e mezzo a Frida.
La frase: "Oh cavo, mi vicovda di quando non avevamo, ehm, avevi bisogno del viagva!".












Etro si ispira all'India, l'India inglese dell' '800, che sembra essere la destinazione naturale di questo marchio dalle fantasie esotiche e iperdecorativo. Sicuramente una sfilata nelle corde della maison di Milano, che forse avrebbe avuto bisogno di un repulisti di Phoebe Philo, ma queste sono impressioni personali. La seta è onnipresente sulla passerella, come si nota anche un'ispirazione militare nei volumi un po' più larghi o nelle giacche. Molto divertenti alcune timide reinterpretazioni della classica fantasia paisley, fading oppure coloratissima, o le grandi cuffie che fanno capolino in delle uscite, in perfetto contrasto con l'atmosfera esotica e d'altri tempi. La sciarpa di lino fatta passare sotto la giacca dona un'aria nonchalante ad alcuni outfit. Presenti tantissimi colori: viola cangiante, verde oliva, blu, argento, bianco, nero...La frase: Oh cavo, dobbiamo pvopvio favci un tuvbante, non vedi quanto sono in?Voto: 8--.











Dopo Etro è la volta di Z Zegna. La seta metallica è ancora protagonista, ma stavolta non brillante come da Burberry, piuttosto cangiante, scura, terrena e autunnale. Una "sartorialità" minimale e moderna, a cui piace sperimentare e mischiare classico con innovazione, come le maniche corte nelle giacche o la zip al posto dei bottoni. Eppure non riesco a farmela piacere. Saranno le proporzioni un po' schiacciate, saranno i brutti colori, sarà quel minimalismo troppo minimale, o ancora la stanchezza pensando al lavoro arretrato... Lo so, sono un ignorante, che ci volete fare!Un altro "no" per  Canali, che non porta in scena niente di nuovo, e per di più osa farlo su un brutto tappeto violaceo (che poi non è un tappeto, ma vabbè).Moschino sfila al supermarket, ma non ci piace questo "restyling da discount", pure provando a farlo passare per una grande citazione alla pop-art, con ironici loghi (uno su tutti, il detersivo di Moschino) sui capi.Umit Benan, dopo tante presentazioni, scende in passerella, portando poche uscite (ottimo biglietto da visita). Una collezione tranquilla che ruota intorno al blu e a tonalità di arancio, con i classici tagli di Benan, che nelle forme importanti ha sempre creduto e ora vive i suoi momenti di gloria. Un guardaroba che possa essere rubato dalla donna all'uomo amato, in sostanza il concetto è quello. Ancora una volta, quindi, famiglia.Molto bello il trench in seta.




Anche da Missoni i colori caldi della terra sono dominatori indiscussi, con le famose stampe della casa ma anche qualche contaminazione etnica da tutto il mondo. Notevoli sono il maglione della prima foto, in cotone con una ricca fascia di applicazioni e ricami, e il parka della terza, in colorato pied-de-poule. Motivi indiani, del sud est asiatico (come l'ikat) e africani danno vita a una collezione sicuramente interessante, nel puro stile Missoni. Belli pure i completi.La frase: "Cavo, abbiamo ancova il maglione che ha cucito tua madve? Pervchè sembva pvopvio un Missoni".Voto: 8.






Fendi, che chiude la giornata, arriverà domani con le altre presentazioni e le sfilate del 4o e ultimo giorno, in una mostruosa carrellata.

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