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MILANO. Il presidente di Confindustria Pavia chiede che Vigevano sia il grimaldello per riaprire la porta della riforma degli enti locali.

Creato il 02 dicembre 2015 da Agipapress
MILANO. Il presidente di Confindustria Pavia chiede che Vigevano sia il grimaldello per riaprire la porta della riforma degli enti locali. MILANO. Nell’incontro con la stampa tenutosi stamattina in Assolombarda Confindustria Milano, Monza, Brianza, Confindustria Pavia ha presentato lo studio di fattibilità “Progettare la città ideale-Vigevano nel sistema metropolitano milanese” commissionato dagli industriali pavesi e realizzato da Fondazione Romagnosi (Università di Pavia) e dalle Università Bicocca e Cattolica di Milano “Vigevano è la prima città in Italia a fare richiesta di ingresso in una città metropolitana, quella di Milano, la più importante economicamente in Italia” ha detto il presidente di Confindustria Pavia Alberto Cazzani, nell’aprire l’incontro con la stampa. “È una mossa importante, perché Vigevano è la dodicesima città lombarda per popolazione ed è un centro di un sistema socioeconomico territoriale che comprende circa 130 mila abitanti”. Cazzani ha spiegato che «il caso Vigevano nasconde un problema ben più grande. E cioè le incognite che pesano sul riassetto degli enti locali secondo la riforma Delrio. Il sistema metropolitano milanese è ben più vasto della vecchia provincia di Milano.Il Presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, l'ha detto già in modo chiarissimo all'assemblea del 2014, quando ha presentato come benchmark il caso di Barcellona e ha parlato di un'area grosso modo compresa in un raggio di 60 km da Milano. Quindi la governance del sistema metropolitano milanese non riguarda solo Vigevano, che ha avuto il merito di cogliere l'importanza di questa novità istituzionale. Riguarda tutti i medi centri urbani limitrofi all'attuale Città Metropolitana, molte province lombarde e gran parte di quella pavese». La proposta degli industriali pavesi allora è di aprire un cantiere di lavoro più ampio, volto a due prospettive ben precise: “allargare i confini della Città Metropolitana che sono inadeguati - ha precisato Cazzani -. Il secondo punto è stabilire quali forme di relazione tra chi è dentro e chi, pur essendo fuori, ha strette relazioni socioeconomiche con Milano. Non è pensabile né che i confini della città metropolitana siano rigidi e immodificabili, né che essa si allarghi fino a comprendere l'intero sistema metropolitano milanese”. Ma vediamo quali sono i punti essenziali dello studio:
  • Vigevano è un importante polo attrattivo
  • Dall'adesione alla Città Metropolitana nessuno può attendersi grandi vantaggi concreti, almeno nel breve periodo.
  • Le Città Metropolitane che stanno nascendo hanno mille problemi e non sono, allo stato attuale, la grande novità istituzionale attesa.
  • Le province sono un grande punto interrogativo di cui qualcuno deve prima o poi occuparsi seriamente.
  • Le metropoli sono grandi motori di sviluppo e un'opportunità da cogliere.
  • Nessuno può decidere da solo, senza curarsi degli altri, quindi è necessario trovare un equilibrio istituzionale complessivo.
Cazzani ha sottolineato quindi che “Vigevano e tutti i territori devono dotarsi di un vero e proprio piano strategico, che deve essere il punto di partenza per progettare l'assetto istituzionale ottimale”.

MILANO. Il presidente di Confindustria Pavia chiede che Vigevano sia il grimaldello per riaprire la porta della riforma degli enti locali.

Enzo Balboni

In conferenza stampa Enzo Balboni dell'Università Cattolica, ha illustrato le competenze di una nuova istituzione come la Città Metropolitana e le linee guida che stanno riformando le province. “La riforma degli enti locali ha lasciato molti punti irrisolti. Per esempio la questione dei confini delle Città Metropolitane. Lo dimostra il caso di Sestrière che fa parte della Città Metropolitana di Torino, senza evidentemente essere un insediamento metropolitano”.  Marco Pompilio della Fondazione Romagnosi dell'Università di Pavia, ha illustrato le potenzialità attrattive di Vigevano affermando che “è un bacino demografico di 130 mila abitanti, con spostamenti in ingresso dai comuni confinanti e limitrofi superiori al 70% di flussi verso l'interno per lavoro e studio”.
MILANO. Il presidente di Confindustria Pavia chiede che Vigevano sia il grimaldello per riaprire la porta della riforma degli enti locali.
Lo studio presentato oggi pomeriggio al Teatro Cagnoni, è articolato in quattro parti, il lavoro fornisce un quadro istituzionale e normativo, un'analisi del territorio, una valutazione delle risorse e uno scenario.  Oltre a Balboni e Pompilio, la relazione di Andrea Zatti della Fondazione Romagnosi si concentra su quali aspetti economico-sociali devono essere considerati per disegnare i confini degli enti territoriali. Parla dell'attrattività di Vigevano e della sua importanza per i servizi sanitari e scolastici per i quali è il punto di riferimento del territorio lomellino. Infine entra nel merito della Vigevano manifatturiera, meccano-calzaturiera e delle relazioni con la filiera dell'agroalimentare. Franco Osculati della Fondazione Romagnosi, a sua volta analizza i servizi pubblici locali e mostra cosa potrebbe cambiare con l'ingresso nella città metropolitana di Milano, in particolare per il futuro di Asm Vigevano. A completamento delle analisi, Vittorio Ferri dell’Università Bicocca si sofferma sulle risorse economico-finanziarie per l'attuazione della legge Delrio e i piani strategici realizzabili sul territorio. Ed evidenzia la scarsità di risorse che limita fortemente le potenzialità della nascente Città Metropolitana. Cazzani, tramite i giornalisti, ha inviato una serie di messaggi a diversi attori istituzionali. “Ci rivolgiamo al Comune di Vigevano: non si aspetti grandi vantaggi o risorse aggiuntive dall'ingresso nella città metropolitana di Milano. Vigevano deve fare un proprio piano strategico e puntare sulla propria capacità attrattiva. 
MILANO. Il presidente di Confindustria Pavia chiede che Vigevano sia il grimaldello per riaprire la porta della riforma degli enti locali.
Sproniamo poi i Comuni contermini a Vigevano affinché si muovano insieme a quest'ultima verso una prospettiva di unioni e fusione. Sarebbe un controsenso staccare Vigevano dai Comuni conterminiche a esso sono strettamente legati e che nel loro insieme diventerebbero il terzo polo urbano lombardo. La Città Metropolitana di Milano, a sua volta, deve aprirsi e decidere chi vuole accogliere dentro i propri confini e con chi fare protocolli di intesa. Ma non può fare da sola. Se no, in molti busseranno alla sua porta per entrare e gli ingressi saranno fatti in maniera assolutamente caotica. La Regione deve avviare una fase costituente, che deve darci l'assetto di governo più efficiente per la principale regione industriale e manifatturiera d'Europa e deve pianificare l'assetto ottimale delle istituzioni sul territorio. Il parere della Regione sull'adesione di Vigevano alla Città Metropolitana deve dipendere da una visione complessiva dello sviluppo economico territoriale lombardo. Infine a livello nazionale, diciamo che la riforma degli enti locali deve essere completata, facendo chiarezza sulle aree vaste e puntando con decisione su una drastica riduzione del numero dei Comuni. La Lombardia ha ben 1.546 comuni, di cui addirittura 1.106 sotto i 5.000 abitanti. In provincia di Pavia i Comuni sono 189. Ed è nostro purtroppo il primato nazionale delle municipalità sotto i cinquemila abitanti. In questa polverizzazione amministrativa non è possibile pianificare una strategia di sviluppo economico che sia organica per tutto il territorio”. Confindustria Pavia chiede quindi che avvenga un radicale cambiamento dell'assetto degli enti locali che metta in primo piano l'innovazione e che sappia ridisegnare l'assetto delle istituzioni locali in modo che sia più efficiente, meno costoso e più coerente con la geografia economica.  "Confindustria chiede che si apra un cantiere di lavoro sui progetti, che coinvolga tutte le componenti sociali ed economiche del territorio e anche la Città Metropolitana milanese - ha concluso il presidente Cazzani -. Chiediamo che la richiesta di Vigevano diventi il grimaldello che costringa a riaprire la porta della riforma degli enti locali, affinché non si perda l'opportunità di dotare il nostro Paese di una governance davvero innovativa per quella che è la sua metropoli di punta nella competizione internazionale. Vigevano è stata, nel Rinascimento, una città ideale. Come lo sono state anche altre città italiane. Siamo convinti che queste possano tornare a esserlo. Siamo sicuri che possano diventare un benchmark di tutta Europa e nel mondo. Ma per tutto questo serve mettere al centro la progettualità e lavorare, lavorare, lavorare". (mpa)

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