Oggi sono a Milano, una città bellissima e a mio parere molto sottovalutata.
Sì, perché quando si pensa a Milano, si pensa alla moda, si pensa alla vita notturna, si pensa al calcio, e al lavorolavorolavoro.
Verissimo, Milano è tutto questo: via Montenapoleone è la via della moda per eccellenza, nessuno fa serata come i milanesi e nessun’altra città italiana è letteralmente divisa in due dalla fede calcistica come Milano. E si sa, a Milano non si sta mai fermi…
Ma Milano è anche molto altro!
Ho deciso di fare un giro e scoprire questa città così antica ma anche maledettamente moderna.
Arrivata in Stazione Centrale compro subito un biglietto del metrò valido 24h. Con 4.50 euro posso viaggiare tutte le volte che voglio dal momento della convalida.
Le metropolitane della città si distinguono per colore: la Rossa, la Verde e la Gialla. La M5 è in costruzione e dalla cartina sembra grigia. Mi limiterò ad usare le prime tre, che sono quelle che dai diversi lati della città portano verso il centro
Da Stazione Centrale prendo la Gialla e scendo a Montenapoleone: qui percorro la via della moda, osservando le vetrine dei negozi: Valentino, Dior, Versace… I nomi dei grandi stilisti internazionali rispondono tutti all’appello.
Proseguo e poi svolto a destra in Via Matteotti. Continuo fino a Largo Mattioli e raggiungo il Teatro alla Scala, il teatro lirico più famoso e importante al mondo; è qui ogni cantante lirico aspira ad arrivare durante la propria carriera musicale. Il semplice aspetto esteriore non deve trarre in inganno: gli interni del teatro sono oltremodo sfarzosi, da togliere il fiato.
Piazza della Scala è anche sede di Palazzo Marino, il palazzo del Comune di Milano. Al centro della piazza, il monumento a Leonardo da Vinci e ai suoi discepoli milanesi. Poco più in là, l’ingresso posteriore alla magnifica Galleria Vittorio Emanuele II.Nella Galleria, così simile alla Galleria Umberto I a Napoli, è tradizione cercare sul pavimento il mosaico di un toro imbizzarrito: è facile da trovare, in genere c’è un capannello di persone con macchina fotografica intorno. Ed è costume posizionarsi sulle “parti basse” del toro con il tallone destro e compiere tre giri in senso orario. Si dice che porti fortuna, e non ho assolutamente intenzione di sfidare la sorte, per cui… :)
Uscita dalla Galleria, mi ritrovo in Piazza Duomo, gremita di turisti, ambulanti e piccioni. Il Duomo è il simbolo di Milano, la cattedrale gotica più elaborata d’Italia. Iniziato nel 1386, la sua costruzione si è succeduta nei secoli e artisti e architetti di tutta Europa hanno dato il proprio contributo alla sua realizzazione. La chiesa e’ grandiosa, immensa. Vederla è un tuffo al cuore. In alto, sulla guglia più alta, la Madonnina d’oro osserva la città e i suoi cittadini sempre di corsa.
Sul lato destro, il Palazzo Reale ospita esposizioni di livello internazionale. L’anno scorso c’era una retrospettiva di Picasso. Quest’anno fino a metà luglio c’era Klimt. A settembre ci sarà Chagall e ad ottobre Van Gogh. Dal 2015, Leonardo. Insomma, i milanesi non si fanno mancare proprio niente.
Vicino a Piazza Duomo in Via Santa Radegonda, c’è uno dei luoghi più battuti dai milanesi… è Luini, il forno famoso per i suoi panzerotti… Non posso farmeli sfuggire!
Da Piazza Duomo, prendo la metro di nuovo. Questa volta salgo su un treno della Rossa, direzione Cairoli. In due fermate sono davanti al Castello Sforzesco, quando la città e i territori circostanti erano conosciuti come Ducato di Milano, sotto l’egemonia degli Sforza. L’ingresso costa da 3 euro per il ridotto a 5 euro per l’intero.Sotto Ludovico il Moro, il castello fu ampliato e numerosi artisti tra i quali il Bramante e Leonardo stesso operarono per dare a questo palazzo il carattere e la magnificenza degni della famiglia che vi dimorava.
Il castello è anche sede di numerosi musei, tra i quali il museo di arte antica, la pinacoteca, il museo degli strumenti musicali, una sezione preistorica e una di arte egizia. Insomma, c’è da fare e da vedere per tutti i gusti :)
Riprendo la metro, sempre la Rossa e scendo a Cadorna. Qui prendo la Verde, verso Gessate e mi fermo a Lanza. Da qui, in pochi minuti sono davanti alla Pinacoteca di Brera. L’ingresso intero è 6 euro, ma ho la carta dello studente ed entro con soli 3 euro.
La collezione della Pinacoteca comprende moltissimi esempi di arte di moltissime scuole italiane, soprattutto l’arte lombarda e veneta: opere del Mantegna, Veronese, Tintoretto, Raffaello, Bellini, il Bramante, Piero della Francesca si susseguono stanza dopo stanza. Famoso, anzi, famosissimo è Il Bacio di Francesco Hayez.
Riprendo la Verde da Lanza verso Assago/Abbiategrasso, e scendo a Sant’Ambrogio. Da qui, ho già tre idee per la mente: la prima, la più ovvia, è visitare la Basilica di Sant’Ambrogio, una delle chiese più antiche della città. Consacrata nel 386 d.C. da Sant’Ambrogio stesso, nonostante le modifiche e le aggiunte apportate nei secoli anche da grandi nomi, come ad esempio il Bramante, è considerato uno tra gli edifici medioevali più notevoli della Lombardia. Fino a pochi anni fa, a Natale, accanto alla basilica si svolgeva il mercato degli O Bei O Bei, così chiamato dall’espressione di stupore dei bambini milanesi che vedevano davanti ai loro occhi una miriade di giocattoli e dolciumi.La seconda idea è il Museo della Scienza e della Tecnologia, che mi interessa in particolare per la presenza del S 506… Che cos’è’? Ma l’Enrico Toti, il primo sottomarino italiano dal dopoguerra, ovviamente! è interessante la sua storia, ma ancora più particolare è pensare che questo mostro marino è stato trasportato in città in un unico pezzo… Chissà che emozione! Il biglietto costa 10 euro, compresa la visita all’interno del Toti.
La terza e ultima si trova poco più in là, a Santa Maria delle Grazie. E’ il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Ma accidenti! Dovevo per forza prenotare il biglietto a questo sito e purtroppo non riesco a visitarlo. La visita dura solo quindici minuti. Peccato! Sara’ per la prossima volta :)
D’altro canto, c’è ancora tanto da vedere a Milano… Ma adesso è l’ora di un aperitivo sui Navigli!!!
Un abbraccio,
Valigia Rossa