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MILANO. Istat e i dati "percepiti". Eugenia Roccella (Idea): "Anche i dati devono essere asserviti alle necessità del governo?".

Creato il 04 febbraio 2016 da Agipapress
MILANO. Una risposta dell’ufficio comunicazione dell’Istat al quotidiano AVVENIRE, uno dei principali organi d’informazione che aveva ripreso i dati del censimento 2011 sulla popolazione italiana e i figli di coppie omosessuali, ha sollevato non poche polemiche. Mentre diverse associazioni LGBT, seguite a ruota da importanti quotidiani nazionali, parlavano di almeno 100.000 bambini in famiglie arcobaleno, l’Istituto superiore di Statistica dichiarava che secondo i suoi dati tali bambini non superavano le 550 unità. L’Istat, tuttavia, con una mossa unica nel suo genere ha dovuto precisare, se non addirittura correggere, il suo lavoro: "I dati raccolti  - ha spiegato il direttore della comunicazione dell’Istat - non possono essere considerati come indicativi della effettiva consistenza della popolazione omosessuale nel nostro Paese. Pertanto, non è corretto dedurre il numero reale dei figli di coppie omosessuali in Italia utilizzando le fonti Istat sopra citate". Pronta è stata la risposta del giornale della CEI e del suo direttore Marco Tarquinio. “Prendiamo atto che l’Istat, confermando la correttezza dei numeri citati anche da noi, oltre che dall’agenzia “Redattore Sociale” e da altre testate, dichiara la non piena attendibilità dei dati censuari e statistici che gestisce e divulga e giudica opportuno formalizzare "sensazioni" ("…riteniamo che molte persone abbiamo preferito…"). È la prima volta che ci capita di leggere una precisazione di questo tenore da parte dell’Istituto nazionale di statistica: restiamo increduli, nonché francamente sorpresi e preoccupati". La questione non sembra però essere destinata a rimanere nell’ambito della comunicazione giornalistica. Eugenia Roccella, parlamentare ex Ncd (fuoriuscita dalla maggioranza e oggi componente di Idea) spiega così le ragioni che la porteranno a presentare un’interrogazione parlamentare: "Nell'era della rottamazione e del cambioverso, l'Istat, "il principale produttore di statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei decisori pubblici" si autorottama e proclama ufficialmente di essere inattendibile, lanciando un nuovo criterio scientifico: la statistica percepita. Sarebbe interessante capire in base a cosa la "percezione" dell'Istat è diversa dai dati che raccoglie: la maggiore popolazione omosessuale da che cosa è dedotta? Da campagne mediatiche? Da altre percentuali? Ma soprattutto sorge qualche sospetto sulla tempistica: perché questa precisazione proprio adesso? Forse anche i dati devono essere asserviti alle necessità spicciole del governo. Su questa vicenda presenterò subito un'interpellanza urgente”.
Filippo Cavazza

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