MILANO. Una scommessa
vinta, un'iniziativa commerciale che ha riunito tutti i paesi del mondo attorno
all'argomento "trait d'union" per eccellenza: il cibo. Chiude i battenti così Expo 2015, l'evento tanto atteso e chiacchierato, oggetto anche di critiche ma indiscutibilmente capace di produrre come risultato una forte affluenza di visitatori.
Secondo un sondaggio approssimativo effettuato tra i vari esercizi commerciali all'interno degli innumerevoli padiglioni, le visite hanno iniziato ad aumentare dopo l'estate fino a raggiungere il picco in questi ultimi giorni che precedono la chiusura.
"Non credo abbia risolto il problema della fame nel mondo - dichiara una turista giunta da Roma - con tutto questo ben di Dio si potevano sfamare numerosi paesi del terzo mondo, ma sicuramente è una trovata geniale da un punto di vista commerciale".
Scenografico, folkloristico e variegato il merito di Expo è stato quello di aver messo tutte le culture a confronto, partendo dall'elemento gastronomico, filo conduttore dell'evento, per estendersi poi in tutti gli ambiti, compresi quelli sociali e storici.
Il padiglione dedicato all'Oman per fare un esempio, illustra una delle caratteristiche principali di questo Paese: i condotti idrici strutturati ancora in maniera primordiale, che riescono a convogliare l'acqua verso i settori più secchi, per poi offrire un quadro abbastanza esauriente dei modi di vivere e di alimentarsi degli abitanti.
In America si accede da una lunga rampa mobile e si viene accolti da un video del presidente Obama che invita a nutrirsi bene in vista dell'aumento della popolazione mondiale che dovrebbe raggiungere i 9 miliardi nel 2020. Se il cibo però è il vero protagonista, non potevano mancare veri e propri caseifici in vetrina, dove il latte vaccino passa direttamente da dove ha origine alle immense pentole dove poi viene lavorato.
Un video spiega tutti i passaggi, mentre uomini vestiti di bianco procedono alla trasformazione del latte in quei formaggi a cui gli italiani sono affezionati.
Cascina Triulza è la struttura che ospita temporaneamente le varie città, dove è stata presente anche la città di Pavia il 25 maggio, con la storia legata alla zuppa alla pavese e alla battaglia di Pavia, e a giugno con il paniere pavese.
Interminabili le code al padiglione Italia, gettonatissimo l'oriente, tra Thailandia, Oman e Indonesia. Intrattenimenti anche per bambini e corsie preferenziali per le scolaresche, anche classi elementari guidate da almeno due maestre che per non perdere i piccoli li fanno camminare in fila indiana attaccati a una fune. Qualche polemica per lo stato di incuria dei servizi igienici, definiti "leggermente primitivi" da qualche passante, e per i prezzi dei ristoranti. Rispetto al tema nutrizione sono stati inoltre organizzati numerosi convegni dai vari consorzi agricoli, e ai quali hanno presenziato anche professionisti del settore per dare conferma e testimonianza del significato di "nutrire il pianeta, energia per la vita".
"E' la trentesima volta che vengo a Expo - dichiara la dottoressa Ambra Morella, responsabile regionale di ANDID l’associazione nazionale dietisti italiani - considero questa una scommessa vinta, non solo per i numeri ma anche per l'ottima qualità del prodotto messo in campo. Il messaggio legato alla nutrizione è molto importante, noi siamo ciò che mangiamo e io aggiungo anche il modo in cui mangiamo".
Sabato calerà il sipario sulla grande esposizione che, a conti fatti, sembrerebbe aver vinto su polemiche e pregiudizi.
di Lara Morano
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