Milano, la città dell’Expo

Creato il 07 maggio 2015 da Apregesta7 @regesta_ap

La nostra sezione video è dedicata alla città ambrosiana, protagonista di una piccola selezione tematica di film conservati dall’Archivio storico Luce. Cinegiornali del periodo fascista o della Repubblica che raccontano attraverso le immagini la città che si trasforma negli anni e la città che non c’è più.

E partiamo dai Navigli da poco tornati alla ribalta per il restauro e l’attracco nella Darsena dello storico barcùn, destinato, nei mesi di Expo 2015, ad ospitare spettacoli e iniziative culturali legate alla storia dei canali. Con il viaggio fluviale e terrestre  dei barconi vediamo scorci della città negli  Quaranta. Un balzo in avanti nel tempo e navigli e barconi tornano nei ricordi di Elio Cesari, in arte Tony Renis, vincitore nel ’63 di Canzonissima con Quando quando quando intervistato da Daniele Piombi; navigli ancora sullo sfondo per una giovane Ornella Vanoni ritratta nel ‘59 come interprete delle “canzoni della mala” e per Luciano Beretta, che canta L’uomo di sale alla vigilia della sua collaborazione con il Clan Celentano.

Torniamo alla città. Nel 1931 nasce l’ATM e nuovi tram sostituiscono le vecchie vetture, destinate alla demolizione; un cinegiornale del ’33 ci mostra la metropoli animata dal traffico cittadino di tram e automobili private. I milanesi poi hanno il loro mare: nel ‘32 affollano le piscine del lido. Modernizzazione, sviluppo industriale e tradizione alimentare: ne abbiamo un assaggio rispettivamente con il nuovo palazzo della Borsa, palazzo Mezzanotte –  “Piazza Affari”-  dove sono “messe in opera tutte le più moderne applicazioni dell’elettricità” per il frenetico lavoro degli agenti finanziari; nella produzione di alimenti per bambini con il latte Alpe e il marchio Mellin; nella produzione dei panettoni Motta, esportati in tutto il mondo. Anche Milano, come Roma e tante altre città, conosce negli anni Trenta le grandi demolizioni e gli sventramenti voluti dal fascismo per fare posto a palazzi e architetture del nuovo ordine: ecco, nel ‘36,  i “nuovi lavori urbanistici ed edilizi” e la costruzione a piazza San Babila del primo grattacielo di Milano, la Torre Snia Viscosa progettata da Alessandro Rimini; ecco, nel ‘38 il nuovo palazzo di giustizia progettato da Marcello Piacentini, ancora in costruzione. In piena guerra i cinegiornali fascisti mostrano gli effetti devastanti dei bombardamenti sulla città: colpiti la Scala, palazzo Marino, la Galleria, con le vetrate infrante… I milanesi con un voto chiesero alla Madonnina di salvare da ulteriori danni la città: così racconta il servizio del ‘47 che mostra la statua portata in processione, come ringraziamento, in una cerimonia religiosa officiata dal cardinale Schuster. Passa un anno e piazza San Carlo rinasce, ricostruita dopo le bombe. Negli anni Cinquanta la “capitale lombarda” aspira a eguagliare New York: il riferimento del servizio è alla costruzione del grattacielo Pirelli del quale avevamo già parlato in precedenza, in un articolo su Gio’ Ponti. Nel ’63 la città si fa bella con l’illuminazione natalizia progettata da architetti, designer e  grafici coordinati da Bruno Munari, che vediamo intervistato. Sono anche gli anni dello sviluppo industriale, dell’espansione edilizia: nel ’63 in tre comuni alle porte di Milano le esalazioni di un complesso industriale costringono gli abitanti a trasferirsi nel capoluogo, nel 1971 si affaccia nei cinegiornali la “Milano che scompare“: quartieri storici, popolari lasciano il passo ai nuovi quartieri di palazzi alti, tutti uguali e senza verde. Ma questa è un’altra storia…


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