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Milano: la culla della cultura

Creato il 16 aprile 2013 da Perladietiopia

“Non capiscono che Milano non è una città, ma un grumo di lava che ha subito tutte le Furie. Che è sterile, come il deserto, e per starci bisogna essere attrezzati. Che non è adatta ai dilettanti. Per questo la amo”.

- Sandrone Dazieri”

Ho sempre pensato che Milano uccidesse il colore dei sogni delle persone e per questo non adatta a tutti. I colori sono il cuore delle idee, penso io. Ed è per questo che, da donna con mille idee, non ho mai amato la nebbia, il grigio e la “puzza” di soldi. Ma quello che odio di più è che  Milano è sorda: non ascolta, non lascia spazio ai sogni dei giovani, agli artisti.

Navigli
Non c’è da stupirsi, dunque, se insieme ai cervelli in fuga, all’estero ci vanno anche i sognatori, i pittori e gli artisti.

Recentemente mi è capitata sottomano una statistica poco rilevante, ma che la dice lunga: la Germania è una delle mete europee preferite dai turisti. Ma perchè, mi chiedo io? Cos’ha Berlino in più di Milano? Niente storia perchè è andata tutta distrutta, niente più East side Gallery perchè il nuovo sindaco preferisce così, niente cibo ricercato o raffinato. E allora cosa? La risposta è più o meno scontata: Berlino è aperta, Milano no. La capitale tedesca manca di perle architettoniche è vero, ma è  un mix di arte, cultura e religione. I turchi vivono gomito a gomito con i più ferventi cattolici; il punk più estremo brinda alla salute del suo compare in giacca e cravatta, mentre per le strade si ascolta musica jazz. E in un mondo globalizzato che c’è di meglio che sentirsi liberamente sè stessi senza paura dei famosi pregiudizi? A Milano, invece, questo non succede. I centri sociali e la cultura underground non sono proprio ben visti in una città stereotipata fatta di persone dagli occhiali da sole di sera e con la ventiquattrore pure nel w-e.

Milano Leoncavallo
Ma questo è solo l’inizio. Al di là della ben visibile (in)tolleranza delle diversità sociali,  nel Bel Paese si punta solo sul business elitario, mentre la cultura muore giorno dopo giorno e Milano si tappa le orecchie.  Non c’è da stupirsi dunque se i turisti preferiscano vedere Kreuzberg piuttosto che la Bella Italia, che oramai si è giocata il podio delle città più visitate e amate in Europa.



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