Milano, continuamente assetata di risorgimento, non è né austriaca né italiana, passeggiando per le sue strade sai di essere a Milano perché hai l'opaca sensazione che potresti essere ovunque, un ovunque metafisico, sospeso e atemporale, come i quadri di De Chirico. Questa città è una porta di passaggio da cui l'Italia esce e da cui l'Europa entra. Sta in mezzo Mediolanum. In mezzo a cosa?
E' la terza volta che visito Milano e per la terza volta non riesco ad afferrare questa città. Milano perenne periferia o cardine d'Italia? Milano è il cuscinetto d'Europa che forse ha visto anzitempo la caduta delle certezze asburgiche. Città perfetta per allestire la mostra di Klimt che con la sua pittura anticipa la letteratura di Musil. Milano, città senza qualità, come Ulrich, perché una strada contraddice l'altra e entrambe sono vere. Milano è nulla pronto a diventare tutto, è uno spietato avamposto del progresso, una stazione di sosta in un viaggio per non si sa quale meta, una stazione di sosta ricca nella quale ci si può fermare a lungo, in attesa di una Grande Compagnia che ci venga a recuperare e che forse non arriverà in tempo.