Prima di scendere dal treno che arriva a Milano dal sudd, dopo un lungo viaggio di 11 ore, metto sempre in tasca gli spicci per fare il biglietto della metro, perché, a vivere a Milano, impari a essere organizzata e a non perdere tempo nel ravanare nella borsa alla ricerca del portafogli e poi al reperimento dei soldi, mentre dietro a te si crea una coda imbarazzante di gente. Basta prendere prima gli spiccetti e tutto scorre liscio. Anche questa volta quando finalmente mi sono decisa a tornare dall’Apulia, ho preparato i mei soldini prima di scendere dal treno e percorrere l’interminabile binario per poi andare nella metro. Biglietto per Quinto San Cataldo 1,60 euro giusto? Allora perché non stampa il biglietto? Cosa succede? Guardo meglio lo schermo e vedo che il denaro è insufficiente, il biglietto è aumentato e di brutto: mi chiedo se nel prezzo sia anche compreso un buono per fare la colazione al bar. Che mazzata! E alle 7 e 20 di mattina, per giunta.
Forse sembrerà una cavolata, però per chi si muove sempre con i mezzi questi aumenti pesano. Questa è una delle tante conseguenze di ‘sta manovra finanziaria che ha effettuato dei tagli anche sui trasporti pubblici : biglietti atm aumentati del 50%, WagonLits che scompaiono da Trenitalia e chi deve viaggiare col cane si deve fare tutto il viaggio seduto insieme all’animale al guinzaglio(ma questa è un’altra storia…). E le povere fesse crespe come me, si attaccano al tram…anzi ora non posso nemmeno più farlo!
Dovrò riformulare il mio bilancio familiare, rinunciando alla mia collana da 5 euro al mercato del sabato, all’acquisto di DylanDog e Dampyr ogni mese, allo shopping compulsivo di libri su internet…oppure posso drasticamente ridimensionare la mia vita sociale (che già è ridotta ai minimi termini) e decidermi a conoscere gente a Quinto San Cataldo, con cui prendere l’aperitivo al Bar degli Amici, andare a vedere gli spettacoli al Carroponte e i film allo Skyline Cinema.
D’altronde cosa ha di meno QSC rispetto al capoluogo lombardo, Madunina a parte?