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MILANO. Ricercatori italiani presentano studio sul trattamento del’ipotiroidismo al Congresso dell’American Thyroid Association.
Creato il 18 ottobre 2015 da Agipapress
MILANO. Al congresso dell’American Thyroid Association
(ATA) a Orlando, Florida, i cui lavori sono stati inaugurati oggi e
proseguiranno fino al 23 ottobre prossimo, un gruppo di ricercatori italiani ha
portato i risultati di uno studio osservazionale che ha coinvolto pazienti con
ipotiroidismo.
La levotiroxina (L-T4), l’ormone sintetico della tiroide,
è il trattamento di elezione per milioni di pazienti ipotiroidei in tutto il
mondo e rappresenta la migliore scelta per il ristabilirsi del benessere clinico
e degli ottimali parametri ematici.
Le attuali linee guida raccomandano che la L-T4 venga
assunta a digiuno cioè idealmente 60 minuti prima della colazione, sebbene
nella pratica clinica sia spesso accettato un intervallo di almeno 30 minuti.
Considerando che si tratta di una terapia a vita, questa prescrizione è causa
di mancata aderenza alla terapia e, di conseguenza, si accompagna ad un
frequente fallimento terapeutico.
Per diversi decenni, l’unica
forma di L-T4 disponibile è stata la formulazione in compresse, ma negli ultimi
anni sono state sviluppate formulazioni differenti dalla tradizionale
compressa: si tratta della levotiroxina in forma liquida o in capsule soft gel.
Lo scopo dello studio che
viene presentato a Orlando è quello di confrontare i valori di TSH osservati in
pazienti ipotiroidei trattati con L-T4 liquida assunta 30 minuti prima della
colazione o in concomitanza con la colazione stessa. Lo studio, della durata di
8 settimane, ha coinvolto 478 pazienti di cui 415 con tiroidite di Hashimoto e
63 pazienti che avevano subito l’asportazione della tiroide, 401 donne e 77
uomini; i dosaggi individuali della L-T4 non sono mai variati durante il
periodo di osservazione.
Al termine dello studio non si
sono rilevate variazioni del livello del TSH indipendentemente se l’ormone
tiroideo venisse assunto 30 minuti prima o durante la colazione. Una
sub-analisi è stata fatta in 102 pazienti che assumevano contemporaneamente
altri trattamenti medici, quali ad esempio i farmaci inibitori della pompa protonica,
il calcio, supplementi del ferro, o che assumevano fibre o latte di soia
durante la colazione. Anche in questi casi, non si sono osservate variazioni
statisticamente rilevanti.
Oltre al numero dei pazienti e
alla multicentricità, l’importanza di questo lavoro risiede proprio nella
natura “real life” dello studio che ha “osservato” non andando ad interferire
con le normali abitudini di vita dei soggetti esaminati.
Questi dati evidenziano in modo indiretto la migliore
compliance verso la formulazione liquida dei pazienti “in un mondo reale” e
evidenzia una migliore stabilità della terapia liquida rispetto alle compresse
a lungo termine.
Quella con la levotiroxina è
sempre stata considerata, erroneamente, una terapia semplice: studi
osservazionali hanno evidenziato che, in alcuni pazienti, anche dopo ripetuti
aggiustamenti, non si riesce a ottenere il risultato desiderato.
Possibili cause sono il ridotto o variabile assorbimento
della LT4 causato da farmaci, alimenti o patologie gastroenteriche che
provocano malassorbimento o il non rispetto del digiuno.
In tutti questi casi
la forma liquida della levotiroxina rappresenta la formulazione ottimale nel
garantire il miglior assorbimento anche in presenza di variabili che
renderebbero difficile il benessere del paziente.
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