MILANO. Ha tanti
nomi il rossore del volto e spesso è stato considerato un problema solamente
estetico ma, un colorito troppo acceso è un segno da non sottovalutare perché
può nascondere un problema.
Il rossore che
appare sul viso o su qualsiasi altra zona del corpo è sempre legato ad una
eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni del derma e ad un relativo maggiore
afflusso di sangue nella pelle che, nel tempo, può portare a numerosi problemi
che vanno dall’invecchiamento precoce a vere e proprie malattie come eritrosi,
couperose e rosacea. Per questo motivo è importante non sottovalutare questo
sintomo e rivolgersi al dermatologo.
“Quando i
capillari si dilatano, spiegaAntonino Di Pietro direttore scientifico dell’Istituto
Dermoclinico Vita Cutis di Milano -
la velocità di scorrimento del sangue tende a diminuire, per cui le cellule
cutanee vengono ossigenate meno e rallentano il proprio metabolismo. Ciò porta
ad una minore produzione di collagene ed elastina e ad un conseguente
invecchiamento precoce. La dilatazione dei capillari causa un ristagno e
provoca un aumento della temperatura superficiale e una maggiore stimolazione
delle ghiandole sebacee e sudoripare. Ciò favorisce l'eccessiva crescita di acari
(come ilDemodex folliculorum) ritenuti
corresponsabili di rossori persistenti, eritrosi, e della rosacea, una delle
condizioni patologiche associate al rossore che in Italia affligge oltre 3
milioni di persone. È quindi opportuno non sottovalutare i sintomi per impedire
la progressione della malattia”.
“Recentemente è
stato pubblicato sulla rivista Dermatology & Therapy un ampio studio
internazionale, Face Values: Global Perception Survey, condotto su 6.831
persone sull’impatto del rossore del viso in pazienti affetti da rosacea
- spiegaGiuseppe Micali
direttore della Clinica Dermatologica di Catania, coautore dello studio
-. I dati rivelano quanto l’opinione
pubblica abbia una reazione negativa davanti ad un volto che presenta rossore.
Lo studio prevedeva che volti con e senza eritema venissero mostrati a circa
7.000 partecipanti di 8 nazioni e i risultati sono stati sorprendenti: il volto
affetto da rossore ha ottenuto risultati penalizzanti rispetto allo stesso
volto riproposto senza eritema. Il 12% degli intervistati era inoltre affetto
da rossore nel volto associato a rosacea ed è stato riferito come tale
condizione avesse una significativa influenza a livello emozionale (77%) e di
vivere tale condizione in maniera imbarazzante (46%) fino ad una vera
depressione (22%). La ricerca sottolinea come le persone con eritema facciale
debbano affrontare non solo sintomi fisici, ma anche sfide psicologiche, che
includono il pregiudizio e la percezione negativa da parte del prossimo che può
causare uno stress costante. Per questo è fondamentale che, nel trattare questi
pazienti, i medici siano consapevoli dell’impatto psicosociale della malattia”.
Ma perché il
rossore del viso condiziona negativamente la relazione con gli altri e il
rapporto con se stessi? “Nell’immaginario
collettivo il colore scarlatto del viso si correla ad una scarsa capacità di
governare appetiti ed emozioni con conseguente disapprovazione sociale.
Possiamo guardare alle somatizzazioni cutanee come al tentativo estremo da
parte dell’Io di proiettare all’esterno, sulla pelle appunto, parti di sé
considerate scomode, sconvenienti o minacciose - spiegaKatia Vignoli psicoterapeuta
esperta in medicina psicosomatica -.
Paradossalmente però scaricarli sulla pelle significa esibirli, in quanto il
viso è la parte più difficile da celare. Esporre il proprio volto arrossato
allo sguardo altrui, quindi al giudizio sociale, è fonte di profondo imbarazzo.
Nella storia di parecchi pazienti è dominante il senso di colpa per la propria
condizione”.
“Comprendere i fattori scatenanti che portano a rossore e rosacea è il primo passo per gestire al meglio questa condizione sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista psicologico - affermaAurora Parodi professore ordinario di Dermatologia, Direttore UOC Clinica dermatologica, IRCCS AOU San Martino - IST Genova, DiSSal Università di Genova -. Attualmente sono disponibili diverse terapie per ridurre il rossore associato alla rosacea. Ad esempio la brimonidina che agisce attraverso la vasocostrizione cutanea diretta; o la doxiciclina un antibiotico che ha dimostrato potenti proprietà antinfiammatorie ma che nella terapia della rosacea si utilizza a dosi inferiori e a rilascio prolungato proprio per non alimentare l’antibiotico resistenza”.
Da settembre è inoltre disponibile anche in Italia un nuovo trattamento per la
rosacea a base di ivermectina, una molecola innovativa -il cui impiego per il trattamento della malaria
è valso il Premio Nobel per la Medicina di quest’anno ai ricercatori che lo
hanno scoperto- che ha
rivoluzionato il trattamento della rosacea papulo-pustolosa e che ha proprietà
sia antinfiammatorie che antiparassitarie.
“Un recente studio1 - continua
Aurora Parodi - ha dimostrato
l’efficacia di ivermectina rispetto al placebo ottenendo un tasso di successo,
definito come assenza o notevole riduzione delle papule e delle pustole,
rispettivamente del 38.4% e del 40.1%. Una estensione a 40 settimane dello
stesso studio2ha dimostrato che
i pazienti sotto ivermectina crema hanno continuato a migliorare con minimi
effetti collaterali rispetto ai pazienti trattati con acido azelaico, una
terapia largamente impiegata per la rosacea”.
Da poco sono state
inoltre pubblicate dalla Società Italiana di Dermatologia Medica, Chirurgica,
Estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) leraccomandazioni per il trattamento della
rosacea distinte per ciascun sottotipo. Sulla base di tali indicazioni la
rosacea eritemato-teleangectasica beneficia dell’uso della brimonidina, un
farmaco vasocostrittore e antinfiammatorio di recente introduzione che può
anche essere associato alla terapia fisica (laser o luce pulsata). Nella
rosacea papulo-pustolosa viene suggerito l’uso di farmaci topici tra cui
l’ivermectina, di recente commercializzazione.
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Magazine Informazione regionale
MILANO. Rossore, eritema, couperose sono davvero solo un problema estetico?
Creato il 27 novembre 2015 da AgipapressI suoi ultimi articoli
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