MILANO. Tre studi italiani possono cambiare le abitudini
di 4 milioni di ipotiroidei che la mattina hanno un risveglio difficoltoso e
c’è chi addirittura mette la sveglia un’ora prima per assumere correttamente la
levotiroxina, il farmaco di riferimento per l’ipotiroidismo.
“I risultati dello studio italiano TICO1pubblicato recentemente su Thyroid - affermaCarlo Cappelli,endocrinologo, responsabile Ambulatori
della Tiroide-Endocrinologia-2° Medicina, Dipartimento di Scienze Cliniche e
Sperimentali, ASST degli Spedali Civili di Brescia e firmatario della ricerca -
dimostrano che la levotiroxina nella forma liquida può essere assunta in contemporanea con la colazione, e messa anche direttamente nella spremuta,
nel cappuccino o nel caffè2, non influenzando l’efficacia del
farmaco. Un sostanziale superamento del problema dell’aderenza ad una terapia
che prevede, con la tradizionale compressa, un’attesa di almeno 30 minuti tra
l’assunzione della levotiroxina e la prima colazione. Questo studio clinico
randomizzato, cross-over, condotto in doppio cieco e controllato con placebo ha
arruolato 77 pazienti (64 donne e 13 uomini) ipotiroidei mai trattati
farmacologicamente che hanno assunto per 6 settimane la soluzione liquida di
levotiroxina o il placebo 30 minuti prima della colazione o al momento della
colazione. Dopo il trattamento, i pazienti dei due gruppi hanno raggiunto uno
stato eutiroideo e non è stata osservata alcuna differenza significativa per
quanto riguarda le concentrazioni di TSH, FT4 e FT3, i parametri ematici di
controllo della tiroide”.
“Un altro studio condotto dal mio team e pubblicato su
Endocrine3 - continuaEfisio
Puxeddu professore Associato, Dipartimento di Medicina,
Università degli Studi di Perugia - conferma che la formulazione liquida di
levotiroxina è in grado di superare le restrizioni di assunzione proprie della
formulazione in compresse. È stata dimostrata la pari efficacia terapeutica,
attraverso la misurazione della concentrazione di TSH, tra la somministrazione
della levotiroxina liquida durante la colazione o 10 minuti prima di
colazione”.
“L’annullamento dei tempi di attesa tra l’assunzione del
farmaco e la prima colazione - diceEnrico
Papini responsabile Scientifico AME, Associazione Medici
Endocrinologi e Direttore UOC Endocrinologia e Malattie del Metabolismo,
Ospedale Regina Apostolorum, Albano Laziale -, è un elemento veramente
essenziale per migliorare l’aderenza del paziente alla terapia, dalla quale in
molti casi dipende la risposta clinica. Uno studio appena concluso, condotto in
tre centri di riferimento per la tiroide e i cui risultati verranno presentati
al prossimo congresso dell’Endocrine Society,è stato eseguito su 101 pazienti
ipotiroidei consecutivi con valori stabili di TSH in corso di terapia sostitutiva.
Il passaggio dalla tradizionale terapia in compresse alla formulazione liquida
al momento della colazione si è associato a un miglioramento della qualità di
vita nella maggioranza (66%) dei casi, secondo quanto dichiarato dagli
interessati, mentre i valori medi di TSH e i principali parametri metabolici
non hanno mostrato modificazioni significative. Resta ovviamente confermata,
nella pratica clinica, la necessità di un ricontrollo dopo un mese del profilo
tiroideo in seguito al passaggio dall’una all’altra forma di terapia”.
I risultati di questi studi, potrebbero mettere d’accordo
endocrinologi e pazienti che, come rileva un’indagine DoxaPharma che ha
intervistato pazienti, medici di medicina generale e endocrinologi, mette in
evidenza come l’elemento critico della terapia dell’ipotiroidismo sia proprio
l’imposizione di quella pausa tra l’assunzione della levotiroxina e la
colazione, che anticipa il risveglio e rallenta l’inizio della giornata. Il 68%
degli endocrinologi e il 43% dei medici di famiglia riceve, infatti,
segnalazioni da parte dei pazienti sull’insofferenza per questa modalità di
assunzione
“Il grande interesse di questi dati è legato al fatto che
circa il 10% della popolazione italiana soffre di una patologia della tiroide e
oltre il 3% è in terapia con levotiroxina (LT4). L’ipotiroidismo, inoltre,
colpisce il genere femminile nell’80% dei casi, con picchi elevati nel periodo
post-menopausale - precisa Enrico Papini-. La terapia con levotiroxina viene
assunta quando la tiroide non produce in quantità sufficiente questa sostanza o
quando la ghiandola è stata asportata. Purtroppo l’assorbimento dell’ormone
sostitutivo, la levotiroxina, è stato finora molto sensibile a numerosi farmaci
e condizioni cliniche, creando una serie di variabili che possono mettere in
discussione il successo della terapia”.
“La formulazione liquida della levotiroxina presenta ora
diversi vantaggi - continua Puxeddu-, infatti, la compressa può non essere
facilmente assorbita e assimilata in alcune condizioni patologiche e non
patologiche. L’assorbimento dell’ormone tiroideo, come detto, è legato a tante
variabili come la ingestione contemporanea di cibo, di caffè, di fibre o soia,
la ridotta acidità gastrica, condizioni di malassorbimento, l’intolleranza al
lattosio e assunzione di altri farmaci come inibitori di pompa protonica (PPI)
e antiacidi4,5,6,7. In questi casi, fino ad ora, l’endocrinologo
poteva solo aumentare la dose di levotiroxina per garantire il raggiungimento
dell’obiettivo terapeutico. Questo problema può essere risolto con la
formulazione liquida che migliorando il profilo farmacocinetico dell’ormone, ne
rende meno influenzabile e più stabile l’assorbimento, assicurandolo in tempi
rapidi8,9”.
“È ormai evidente che l’efficacia della cura delle patologie non dipende soltanto dall’appropriatezza prescrittiva - concludePaola Polano presidente CAPE, Comitato Associazione Pazienti Endocrini -, ma anche dal coinvolgimento del paziente nel percorso terapeutico, soprattutto in presenza di una patologia cronica come l’ipotiroidismo. La giusta interazione tra il medico e il paziente permette ai pazienti stessi di sentirsi parte attiva e consapevole del percorso terapeutico e ai medici di trovare la corretta collaborazione che consenta di adeguare la prescrizione alle esigenze del singolo paziente soprattutto con riferimento alla possibilità di scelta tra le diverse formulazioni di levotiroxina oggi disponibili che consentono di prescrivere al paziente una cura non solo adeguata ma anche giusta per il proprio stile di vita e che permettono di migliorare la qualità di vita del paziente fin dalle prime ore della giornata”.
