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MILANO. Sulla Legge di Stabilità, l'appello delle Associazioni di persone con diabete ai parlamentari e governo.
Creato il 18 dicembre 2015 da Agipapress
MILANO. “Mala tempora currunt; com’è possibile che mentre il Ministro Beatrice Lorenzin annuncia ‘siringa unica nazionale’, ossia l'istituzione delle centrali uniche regionali per l'acquisto di beni e servizi in sanità per eliminare le differenze di prezzo tra un’area del Paese e l’altra, il Parlamento bocci gli emendamenti sui dispositivi medici per i malati cronici, presentati in maniera trasversale da diverse forze politiche, che avrebbero finalmente posto termine all’incredibile situazione per cui in Italia esistono ben !3 prezzi diversi tra regione e regione, solo per l’acquisto delle strisce per la misurazione della glicemia? È inaudito, anche e soprattutto per le motivazioni addotte per la bocciatura, ossia il rischio di un aggravio di spesa!”.
La denuncia viene da Albino Bottazzo, presidente vicario FAND-Associazione italiana diabetici,la più grande organizzazione italiana di tutela dei diritti delle oltre 3,5 milioni di persone con diabete, Aurora Laura Panizzi, presidente ARDI-Associazione per la Ricerca sul Diabete, Antonio Cabras presidente FDG-Federazione Diabete Giovanile.
“Trovino una motivazione diversa, ma non l’aggravio di spesa, perché solo per il diabete siamo in grado di dimostrare che sarebbe possibile, adottando quanto suggerito negli emendamenti, risparmiare ben 112 (centododici!) milioni di euro” proseguono i rappresentanti della associazioni. “Chiediamo al Parlamento: ripensateci! Il Governo, se lo vuole, può intervenire reinserendo le ipotesi suggerite nel maxiemendamento alla legge di Stabilità”.
In pratica si propone di:
a) non ricorrere, come fatto sinora con risultati disastrosi in alcune regioni, alle gare al massimo ribasso, perché questo, oltre a danneggiare i cittadini con diabete costretti a utilizzare uno strumento diverso da quello a cui sono abituati, non risolve il problema dei prezzi diversi, perché ogni gara ha storia a sé e, inoltre, si troverebbero strumenti diversi in ogni regione;
b) utilizzare l’accordo quadro multifornitore previsto dalla legislazione italiana;
c) applicare l’art. 67 della nuova direttiva europea sugli appalti che prevede come criterio unico quello della qualità; tra l’altro la direttiva sta per essere recepita dal Parlamento;
d) adottare il costo standardizzato previsto dalla legge delega di recepimento della nuova direttiva europea sugli appalti.
“Queste scelte garantirebbero appropriatezza terapeutica e risparmio per lo Stato. Se il Servizio Sanitario volesse effettivamente risparmiare non dovrebbe più consentire che lo stesso dispositivo si paghi molto di più in una Regione e molto meno in un’altra” aggiungono.
Peraltro la spesa per i dispositivi medici per le persone con diabete è irrisoria: pari al 4% della spesa che Stato e Regioni pagano per curare il diabete. Ma la soluzione proposta dagli emendamenti non riguarda solo il diabete. Si pensi ai cardiopatici che hanno bisogno di valvole cardiache per stenosi o insufficienza aortica, agli incontinenti ai quali servono pannoloni, cateteri o sacche di raccolta.
Il Servizio Sanitario deve curare bene, con appropriatezza e continuità, ne gioverebbero la salute dei malati cronici e le casse del Servizio Sanitario. Ciò che si risparmierebbe potrebbe essere utilizzato per la ricerca, indipendente, che può veramente migliorare le condizioni di vita dei malati cronici.
“C’è ancora tempo per un intervento correttivo prima dell’approvazione della legge di Stabilità. Chiediamo al Governo di riflettere attentamente sulla nostra salute e sulla salute pubblica!” conclude Albino Bottazzo.
(mpa)
In pratica si propone di:
a) non ricorrere, come fatto sinora con risultati disastrosi in alcune regioni, alle gare al massimo ribasso, perché questo, oltre a danneggiare i cittadini con diabete costretti a utilizzare uno strumento diverso da quello a cui sono abituati, non risolve il problema dei prezzi diversi, perché ogni gara ha storia a sé e, inoltre, si troverebbero strumenti diversi in ogni regione;
b) utilizzare l’accordo quadro multifornitore previsto dalla legislazione italiana;
c) applicare l’art. 67 della nuova direttiva europea sugli appalti che prevede come criterio unico quello della qualità; tra l’altro la direttiva sta per essere recepita dal Parlamento;
d) adottare il costo standardizzato previsto dalla legge delega di recepimento della nuova direttiva europea sugli appalti.
“Queste scelte garantirebbero appropriatezza terapeutica e risparmio per lo Stato. Se il Servizio Sanitario volesse effettivamente risparmiare non dovrebbe più consentire che lo stesso dispositivo si paghi molto di più in una Regione e molto meno in un’altra” aggiungono.
Peraltro la spesa per i dispositivi medici per le persone con diabete è irrisoria: pari al 4% della spesa che Stato e Regioni pagano per curare il diabete. Ma la soluzione proposta dagli emendamenti non riguarda solo il diabete. Si pensi ai cardiopatici che hanno bisogno di valvole cardiache per stenosi o insufficienza aortica, agli incontinenti ai quali servono pannoloni, cateteri o sacche di raccolta.
Il Servizio Sanitario deve curare bene, con appropriatezza e continuità, ne gioverebbero la salute dei malati cronici e le casse del Servizio Sanitario. Ciò che si risparmierebbe potrebbe essere utilizzato per la ricerca, indipendente, che può veramente migliorare le condizioni di vita dei malati cronici.
“C’è ancora tempo per un intervento correttivo prima dell’approvazione della legge di Stabilità. Chiediamo al Governo di riflettere attentamente sulla nostra salute e sulla salute pubblica!” conclude Albino Bottazzo.
(mpa)
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