Una delle collezioni più riuscite viste finora. Autentica espressione di un talento innato che Consuelo Castiglioni dimostra di possedere dentro, che all’occasione esce fuori potente e bellissimo.
Amplificazione, esagerazione, distorsione tenue. La collezione Marni a/i 14/15 aumenta di scala gli elementi che definiscono l’estetica Marni, mantenendo moderazione e gravità come principi di progettazione e l’assenza di sforzo come forma di espressione. L’interesse per il folk e l’approccio fuori registro a sport e funzionalismo, la passione per la tattilità artigianale e l’apprezzamento per le convenzioni della couture, i tocchi insoliti e lo sguardo pittorico sul trattamento delle superfici si mescolano ed esplodono in modi nuovi e inattesi. I volumi si gonfiano, l’artigianalità diventa intricata, i dettagli sono esagerati in una costante opposizione di fermezza e morbidezza, di densità e leggerezza. Il risultato è deciso ma delicato, coraggioso e austero.
La purezza assoluta del design è in primo piano. La silhouette è una interpretazione architettonica e strutturale di un’idea di femminilità morbida ma tenace. Il corpo è appena sfiorato. Fasce elastiche cingono la vita con un gesto rapido. C’è un elemento sensoriale che gioca con le contraddizioni, invitando a riconsiderare con le mani quanto è stato apprezzato con gli occhi. Ciò che appare pesante è infatti leggero, e anche i ricami su seta jacquard hanno un aspetto spugnoso. Il neoprene è usato per abiti e gonne percorsi da rouche, per pantaloni dai tagli curvi, per top che avvolgono il busto. I cappucci sovradimensionati, foderati di pelliccia tinta, coprono quasi per intero il dorso di blouson puliti; massicce cerniere industriali ricorrono come segni funzionali. Grandi volumi e tagli decisi suggeriscono una idea di protezione: le maglie dolcevita sono spesse e astratte; i cappotti di feltro e i pantaloni sono densi come coperte; il nylon imbottito è pronto ad affrontare rigori con una certa leggerezza. Tocchi metallici evidenziano la fusione di artigianale e industriale: un montone laminato; punte metalliche sulle scarpe. Al contrario, il fatto a mano si trasforma in una esagerazione dell’organico: le pellicce sono composizioni geometriche di pura fantasia; le piume si moltiplicano e accumulano sui cappotti di feltro. Le stampe hanno una immediatezza gestuale e una ricchezza pittorica: geometrie organiche, sgocciolature. La figurazione astratta dell’artista Magnus Plessen, il cui stile singolare consiste nell’aggiungere e rimuovere sezioni di pittura per definire le forme, vengono trasportati come stampe su pezzi semplici.
Con i suoi bianchi, grigi, cammelli, neri e verdi militari, interrotti da lampi di rosso e turchese blu la tavolozza è pragmatica, ma mossa. I tessuti hanno una qualità sensualmente tattile: feltro lavato, feltro di alpaca, nylon imbottito, seta ricamata e imbottita, radzmir.
Gli accessori esprimono la precisione del design puro: stringate maschili e sandali dai tacchi alti sono realizzati in un singolo colore per tomaia e suola, con un effetto di color-block; le derby metalliche hanno superfici scintillanti. L’iconica Marni Trunk, in vitello spazzolato, ha i fianchi di metallo mentre collane e anelli hanno forme architettoniche decostruite.