“Nuove tecnologie per vivere l’arte“. E’ questo lo scopo della mostra mostra dal titolo “Visioni impossibili – Botticelli, Leonardo e Raffaello“, realizzata dalla Casa Editrice Utetin collaborazione con “Haltadefinizione” e con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, che la ospita nella Sala delle Colonne dal 1 all’11 marzo.
La mostra propone dei veri e propri cloni, stampati in dimensioni reali e di assoluta fedeltà cromatica agli originali, di sette capolavori: la “Primavera“, la “Nascita di Venere” e la “Madonna del Magnificat” di Botticelli, la “Annunciazione“, il “Battesimo di Cristo” e il “Musico” di Leonardo, lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello.
Un percorso espositivo reso unico dagli innovativi strumenti a disposizione del pubblico, la cui fruizione sarà arricchita dal supporto di video ad altissima definizione e da strumenti multimediali interattivi, capaci di svelare straordinari dettagli pittorici altrimenti invisibili all’occhio umano. Inoltre, i “cloni” non richiedono speciali misure di sicurezza e possono essere guardati da molto vicino, cosa impossibile con i veri capolavori.
I visitatori potranno “viaggiare” all’interno dell’Ultima Cena di Leonardo, proiettata in alta definizione su maxischermo con multitouch adibito alla navigazione realtime ed effettuare, grazie a dei tablet, una visita guidata del dipinto. Saranno poi disponibili postazioni touch screen per addentrarsi nel ciclo delle storie francescane affrescate da Giotto nella Basilica Superiore di Assisi.
I cloni vengono realizzati applicando sofisticati sistemi di acquisizione ed elaborazione di immagini digitali ad alta definizione, grazie a cui Utet da alcuni anni sta caratterizzando in esclusiva parte della propria produzione di volumi di pregio. Completano l’intervento di clonazione la particolare tecnica di “stampa a pigmenti” su carte speciali e l’intervento manuale di artigiani per l’applicazione delle dorature presenti nell’opera originale.
Sviluppato da “Haltadefinizione” – marchio della società novarese Hal9000 a cui si devono anche le installazioni multimediali in mostra – il procedimento di digitalizzazione impiegato prevede la ricomposizione di centinaia di singoli scatti fotografici in una unica immagine.
Quella della “Primavera” di Botticelli, per esempio, ottenuta riunendo 1519 fotogrammi di altrettante porzioni del quadro, ha una risoluzione totale di ben 28 miliardi di pixel e permette la visione di dettagli con dimensioni fino a 15 millesimi di millimetro, per un peso del file di quasi 300 gigabyte.
Si tratta di tecnologie esclusive, nate nei laboratori di Haltadefinizione e collaudate dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, i cui accorgimenti preservano l’opera durante tutte le fasi della lavorazione. Il procedimento è già stato adottato con numerosi enti museali nazionali, fra cui la Pinacoteca di Brera, la Pinacoteca Ambrosiana e gli Uffizi, che ad esso hanno affidato alcune delle opere più importanti delle proprie collezioni.
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