Magazine Diario personale

Militante

Creato il 28 luglio 2013 da Povna @povna

Per via del suo lavoro nell’altro mondo, la ‘povna – inter multa et alia, non sempre solo piacevoli – è iscritta a quella che si dice ‘un’associazione di area’: un gruppo, cioè, cui fanno riferimento gli studiosi specialisti della sua materia, e che ha la funzione sia di collante culturale delle varie iniziative che avvengono nel loro campo (seminari, pubblicazioni, convegni) sia di interlocutore per questioni più sostanziali al Ministero. Di questa associazione la ‘povna è stata tesoriere per due mandati e un totale di sei anni, durante i quali ha avuto modo di sperimentare noia, a vari livelli. Alla scadenza del secondo, nonostante le richieste, ha fatto tre convinti passi indietro e poi, pur continuando a essere in mailing list e a interessarsi, la sua partecipazione, per una serie di motivi, ha cominciato progressivamente a diradare.
“Parteciperai al prossimo convegno annuale di dicembre?” – le aveva domandato Viola, qualche aperitivo e diversi giorni fa sulla spalletta del ponte. “Io ho proposto, insieme ad altri, un panel sul fantastico: potresti collaborare!”.
La ‘povna però aveva declinato gentilmente: non ne aveva nessuna voglia. Non solo: a sentire la parola “panel” le era montata su la bile verde. Perché ricordava bene come, a dicembre scorso, la proposta di articolare le comunicazioni dei soci in questa forma fosse stata da lei sollevata con argomentato entusiasmo; e come, con modi che definire poco urbani è ancora estremo eufemismo, i membri del direttivo (in specie Trudi, e il Pittore Pellaccia), l’avessero bacchettata senza interruzione.
Tutto passa, comunque. E la ‘povna è troppo impegnata a far vacanza per perdere il suo tempo ad arrabbiarsi. Preso atto che, alla fine, le avevano dato ragione, sia pure senza ammetterlo, aveva girato pagina all’istante, e non ci aveva più pensato.
Lo scorso pomeriggio, mentre andava alla festa di diploma di Campanellino, organizzata dalla sua mamma, alla ‘povna arriva una comunicazione da JCamp sul canale telematico: “Sono on-line i panel del Convegno, sono splendidi, andate a guardare!”.
JCamp è l’organizzatore della kermesse che si terrà il prossimo dicembre, ed è un amico storico della ‘povna dai tempi della città rossa. Il favore di un’occhiata – la ‘povna pensa – glielo deve comunque. E dunque va a cliccare.
Quello che trova è un programma articolato e bello, ma non è solo questo. Perché, in posizione speciale e rilevante, la ‘povna trova anche, tra gli altri, un panel dedicato alla sua disciplina e alla scuola, declinato in maniera intelligente. E, per di più, organizzato proprio da JCamp, che ne risulta il coordinatore e proponente.
La ‘povna, lo deve dire, si è commossa. E non solo perché, mentre guardava, le è arrivato un messaggio personale di JCamp, che le diceva più o meno: “Hai visto che ho caldeggiato la tua idea dei panel: ne sono tutti entusiasti, grazie mille!”. Non solo perché aggiungeva anche un invito di quelli perentori, e irrefutabili: “Questo mail vale anche come corteggiamento a partecipare al panel di cui sono responsabile: il tuo contributo è prezioso, ti aspettiamo!”. Non solo perché, è ovvio, allo spunto telematico è seguito un articolato dialogo, che porta la ‘povna a scrivere ciò che lei e JCamp si sono detti nel dettaglio, in una proposta di comunicazione forte e chiara.
Ma perché JCamp, con la semplicità ironica che gli è caratteristica, ha fatto ciò che, nell’altro mondo, pochi fanno: vale a dire ci ha messo la faccia. Contribuendo – con un solo, semplice gesto militante (quello di affidare il panel sul dialogo università-scuola al padrone di casa, e renderlo, in questo modo, uno degli appuntamenti istituzionali più importanti) – a costruire un pezzettino, piccolo, ma resistente, di quel dialogo educativo che dovrebbe esistere, per pratica e per legge, tra l’università e la scuola.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog