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Mille dializzati baresi resteranno a piedi dal 1 aprile

Creato il 16 marzo 2011 da Lalternativa

Mica male come pesce d’aprile. E per di più a farlo non e’ un simpatico burlone a qualche amico dispettoso. Ma l’autore di quello che molti considerano una vera ingiustizia è la Asl di Bari.

Dal prossimo primo aprile circa 1.000 pazienti emodializzati baresi, non potranno piu’ usufruire del servizio ‘trasporto utenti dializzati’ messo a loro disposizione gratuitamente dalla Asl Bari tramite alcune ditte convenzionate (Ati Sud Soccorso; Ati Croce Amica; Chb; Diaverum; New Dial; Ali del soccorso; Autonoleggio Quinto Giuseppe; Associazione Sercorato; Confraternita Misericordia). ”Non abbiamo sospeso il servizio – spiega il direttore generale della Asl Bari, Nicola Pansini – ma abbiamo solo cambiato la modalita”’. In pratica, i pazienti dovranno  provvedere al trasporto a proprie spese che poi l’Asl provvedera’ a rimborsare. Ma i costi non saranno superiori per la Asl? ”Niente affatto – assicura Pansini – le convenzioni con queste ditte sono scadute e non abbiamo rilevato l’opportunita’ econonmica di rinnovarle. Percio’ – sottolinea – il paziente puo’ chiamare un’ambulanza o anche un taxi e noi lo rimborsiamo”.

”Ma quale taxi – tuona Giuseppe Ruta, figlio di una donna in dialisi costretta su una sedia a rotelle – a parte che non tutti possono permettersi di pagare un taxi, evidentemente chi parla non conosce la patologia dei dializzati perche’ per trasportarli c’e’ bisogno di macchine specializzate con a bordo dei soccorritori dato che puo’ accadere di tutto. E poi – spiega Ruta – quando un paziente e’ su una sedia a rotelle, solo per farlo scendera di casa servono due persone che lo portino in braccio con una carrozzalla molto leggera che queste ditte avevano in dotazione”. ”I pazienti – aggiunge Pansini – possono organizzarsi come vogliono, e’ una loro libera scelta e non c’e’ un tetto di spesa massimo: dipende da ogni singolo caso. Il rimborso – precisa – e’ previsto da una legge regionale del 1991 che noi stiamo solo applicando”. ”Quello che non si considera – rileva Ruta – e’ che i pazienti vanno in dialisi almeno tre volte a settimana, per piu’ di cinque ore ogni volta. Che facciamo – chiede – non lavoriamo piu’? Inoltre – aggiunge – le persone dializzate hanno bisogno che con loro ci sia sempre una persona che conosca i loro problemi: non possono mica mettersi in taxi e andare a fare la dialisi da sole”.

Quanto ai tempi di preavviso, Pansini spiega che gli utenti sono stati avvertiti, in largo anticipo, con una lettera della Asl; mentre gli utenti dicono che ad avvertirli sono state solo le ditte, il 10 marzo, e che nessuna lettera e’ mai arrivata dalla Asl.



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