Lo so, è il regalo più scontato e insulso che esista; utile, a volte: ma una all’anno, non di più. Io poi ne ho sempre fatto a meno, non mi piacciono gli ingombri e mi affido esclusivamente ai taccuini (non mi fido invece dei sistemi elettronici, ma questo è un altro discorso): quest’anno però farò un’eccezione. Ho deciso infatti di comprare l’agenda della fondazione Hrant Dink, forse il regalo che più coglie lo spirito di Istanbul: uno spirito ammccato e quasi perduto, che negli ultimi tempi sta tornando timidamente di moda.
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Dal 2010, la fondazione pubblica un’agenda: anche quest’anno in tre lingue (turco, armeno, inglese), anche quest’anno non solo con le date ufficiali della Repubblica turca ma anche con quelle delle festività religiose di musulmani sunniti, musulmani aleviti, armeni, greco-ortodossi, ebrei, assiri e curdi – alle minoranze che vivono a Istanbul e in Anatolia.
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