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Mind the gap

Creato il 19 aprile 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Eh sì, che sei un figurino ma credimi, non ci stai nelle righe dei miei quaderni. Ma stai esattamente negli occhi, oggi, che trattengono più emozioni di quelle che posso giustificare, in acqua e sale.

Ma facciamo che oggi non sono uno scrittore e che puoi credere a quello che ti dico, facciamo che posso essere stucchevole e fortunato, anonimo e mezzo avvisato mezzo salvato, che mi prendo lo schiaffo più bello di questi mesi e ti dico che puoi.

E resterà tutto così, come i tasti bianchi dei pianoforti che non si toccano e che non sposta nessuno, io con i miei paradisi temporanei e tu con le giornate dal meteo bipolare e dalla nostalgia per qualcosa che forse non sai più cos’è. Resterà tutto così, come questa poesia che ti lascio e che racconta come non ci siamo incontrati e come non è stato bello ma molto più. I grandi discorsi, invece, te li farò quel giorno in cui mi dirai che non servono.

 
Mind the gap
 

Ho sentito nascere un fiore

nel chiasso della metropolitana

il vento della galleria ci rubava le vocali

da quanto silenzio arrivi,

una paura per quasi ogni tua ragione.

 

La palpebre un confine

tra quel che è

e tutto quello che potrebbe essere

nascondono occhi che vogliono dirti

che sono tratto da una storia vera.

 

Sorrisi piangenti

opportunità dispari

le stelle della California.

 

Dobbiamo sempre aspettare dietro una linea

una vita sola da oltrepassare.




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