- Royal baby day e riflessioni -
La settimana scorsa, per la prima volta, sono andata a guardare la famosa Changing Guard Parade, il cambio della guardia, delizia e vanto della corona inglese.
Ma, prima di iniziare il racconto, alcune premesse.
È finalmente nato il bambino più atteso della storia dei bambini più attesi, ci ha messo quasi dieci mesi ma Royal Baby è finalmente stato espulso dalla real vagina. Evviva.
Per celebrare l’evento io e la famiglia abbiamo deciso di organizzare un Royal baby day per il piccolo mostro. Il programma prevedeva un giro per le Royal Mews (le scuderie reali), dove vi sono conservate le carrozze usate dai vari regnanti nel corso dei secoli. Una noia immensa, ci tengo a precisarlo. Poi un tea and cupcake al Buckingham Palace Cafè, ma, avendo perso il foglio col programma, questo evento eccezionale ce lo siamo perso. E poi la cosa che m’incuriosiva di più: il cambio della guardia, per l’appunto.Il caldo che sta investendo Londra in questi giorni è a dir poco eccezionale: caldo umido e siccità, così titolavano le maggiori testate britanniche. Anche quel giorno, nonostante una rinfrescante pioggia notturna con tanto di tuoni (evento rarissimo!), la giornata si presentava calda. Giunti nei pressi del real palazzo, e dopo aver spiegato a Freddie chi fosse la regina e altri blabla sul nuovo arrivato, veniamo investiti da un’orda di persone che viene verso di noi, appollaiate sui cancelli del palazzo e sulle transenne che circondavano tutta la piazza. Una cosa impressionante. Neanche a dirlo, erano tutti smartphone-muniti, e tutti intenti a fotografare ossessivamente qualsiasi cosa semovente si trovasse aldilà della real cancellata. Persino una paperella con evidenti problemi d’orientamento (e con paperelle al seguito) è diventata l’attrazione del momento, giusto due secondi, poi si son rigirati tutti a riprendere il nulla esistenziale.
Io me ne stavo buonina aspettando che arrivassero le guardie, intanto meditavo su questo strano mondo. Mi chiedevo chi quel giorno si sarebbe ricordato di quello che aveva visto. Se è vero che la memoria passa dagli occhi, cosa mai potranno ricordare di questo evento? Ah già, lo andranno a rivedere sul pc per ricordarsi di aver osservato la scena da una fotocamera. La cosa mi ha messo tristezza, tristezza che si è trasformata in rabbia nera quando lo squadrone di guardie ha cominciato a farsi strada verso la piazza a suon di trombe. Improvvisamente ho percepito dietro di me uno spostamento d’aria, seguito a ruota da ammuttamenti di una certa intensità, che neanche una mandria di bufali. Infastidita, mi sono voltata e l’orda che fino a un momento prima era un tutt’uno con le inferriate, adesso era dietro di me e tentava di stuprare il mio piccolo spazio vitale. Con scatto felino tiro fuori Freddie dal passeggino e me lo metto sulle spalle, un po’ per dispetto, un po’ perché voglio che almeno lui veda qualcosa dal momento che io vedo solo smartphone in aria e cappellini. Lui, per tutta risposta, dopo qualche “Wow” lanciato a caso, comincia a giocare e a mettermi le mani sugli occhi, iddu ca stava virennu!. Quando la parata si è introdotta nel cortile, l’orda si è rigirata per ricongiungersi all’amato cancello.
Ero scioccata, disgustata, afflitta. Mi chiedevo: ma anche io sono così da turista? Sarà che è un pezzo che non faccio viaggi di puro sollazzo, ma mi pare esagerato tutto questo immortalare. Un tempo dovevi aspettare di far sviluppare il rullino. Che emozione, ogni volta ti chiedevi: quante di queste foto butterò perché bruciate o perché sono venuto cessiforme? Adesso, ipso facto, fai una foto e la dai in pasto a tutti nel giro di un minuto. Lo faccio anche io, lo facciamo tutti. È il pensarci su che lo rende sconcertante.
Ad ogni modo, presumo che il cambio della guardia sia un bello spettacolo da vedere, ma se non vedo non ci credo.